Sono state trovate otto impronte parziali sui reperti sequestrati 18 anni fa nell’abitazione di Chiara Poggi a Garlasco, nell’ambito del nuovo incidente probatorio disposto dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli. Le tracce riguardano due sacchetti: sei impronte sulla busta della spazzatura e due sul sacchetto dei cereali. Nessun rilievo, invece, sulla confezione di biscotti e sull’Estathé. «Le impronte dovranno essere valutate per capire se siano effettivamente confrontabili», ha spiegato l’avvocata Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima condannato in via definitiva a 16 anni.

Dello stesso parere Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma e consulente della difesa di Andrea Sempio: «Due reperti presentano rilievi dattiloscopici potenzialmente utili, che saranno confrontati con la vittima, con Stasi e con gli altri indagati». Anche Dario Redaelli, consulente della famiglia Poggi, ha confermato che le tracce «hanno i requisiti minimi di utilizzabilità, ma ciò non significa che siano automaticamente idonee alla comparazione».

Gli accertamenti, ha aggiunto, hanno riguardato quattro reperti: l’etichetta dell’Estathé, la confezione di cereali, quella dei biscotti e il sacchetto della spazzatura.

La gip ha fissato la prossima udienza per il 26 settembre, quando si discuterà anche della richiesta di proroga dell’incidente probatorio avanzata dalla genetista Denise Albani, perita del giudice.

Ad oggi, sul contenuto della pattumiera sono state individuate tracce genetiche riconducibili sia a Chiara Poggi che ad Alberto Stasi. I nuovi rilievi potrebbero dunque rappresentare un tassello importante per chiarire ulteriormente il quadro investigativo.