«Asfissia meccanica esterna». È questa la causa del decesso di Tina Sgarbini, 47 anni, trovata morta il 23 agosto nella sua abitazione di Montecorvino Rovella (Salerno). Lo ha dichiarato il medico legale Marina D’Aniello, che ha effettuato un primo esame esterno sul corpo.

«Potrebbe essere stata strangolata o potrebbe esserle stato messo qualcosa in bocca», ha spiegato la dottoressa, precisando che sarà l’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria e in programma nei prossimi giorni, a chiarire con certezza le modalità della morte.

Il femminicidio

La donna è stata uccisa dal suo ex compagno, Christian Persico, ora trasferito nel carcere di Fuorni. Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla procura, si stanno concentrando sulla dinamica del delitto e sul movente.

Durante un primo interrogatorio in caserma a Battipaglia, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere.

La posizione dell’indagato

Secondo quanto riferito dal suo legale, Michele Gallo, Persico è apparso «tranquillo e lucido», ma non ha fornito spiegazioni sugli eventi. Fonti vicine all’inchiesta riferiscono inoltre che avrebbe lasciato un biglietto, in cui accennava anche a un proposito di suicidio.

Attesa per l’autopsia

Il passo successivo dell’indagine sarà l’autopsia, che consentirà di stabilire in maniera definitiva le cause della morte e di raccogliere prove irripetibili. «Solo dopo – ha spiegato il medico legale – potremo sapere con certezza come la vittima sia stata uccisa».