Il cessate il fuoco, annunciato nel cuore della notte da Donald Trump su Truth, ha retto nonostante i timori di violazioni e le reprimende del tycoon. Ed è stato rivendicato da entrambe le parti in conflitto come una vittoria. Il presidente iraniano Masud Pezeshkian ha proclamato “la fine della guerra dei 12 giorni imposta” al suo Paese, dopo essersi detto pronto a tornare “al tavolo delle trattative”, ma continuando a difendere i suoi “diritti legittimi” per il suo programma nucleare, arricchimento dell’uranio compreso.

Il premier Benjamin Netanyahu ha parlato di “una vittoria storica che durerà per generazioni”. Israele ha tuttavia ammonito il nemico giurato: “Rispetteremo il cessate il fuoco finché lo farà l’altra parte”. Ma intanto ha proclamato il ritorno alla normalità del traffico aereo in entrata e in uscita senza restrizioni, così come quelle di movimento con la riapertura delle scuole e degli uffici. Ora l’Idf si concentrerà nuovamente su Gaza, che resta una ferita aperta nel martoriato Medio Oriente.

C’è voluto però un duro intervento del presidente americano: prima di volare al vertice Nato de L’Aja ha salvato la fragile tregua – mediata grazie anche al Qatar – ha strigliato l’Iran e soprattutto Israele per averla violata poche ore dopo il suo annuncio. “Non sono soddisfatto dell’Iran né tantomeno di Israele… in pratica abbiamo due Paesi che combattono da così tanto tempo e così duramente che non sanno più cosa c… stanno facendo”, ha imprecato prima di imbarcarsi sull’Air Force One, preannunciando la sua intenzione di fermarli. “Si devono dare una calmata”, ha avvisato, con una sfuriata senza precedenti contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l’alleato che ha sostenuto con i raid americani su tre siti nucleari iraniani e che ora starebbe valutando un viaggio lampo alla Casa Bianca.

“Non mi è piaciuto il fatto che Israele abbia bombardato dopo aver concluso l’accordo (sulla tregua). Non dovevano farlo, e non mi è piaciuto il fatto che la rappresaglia sia stata molto forte”, ha accusato, sottolineando che si trattava di una risposta a “un singolo razzo (iraniano) che non è atterrato da nessuna parte”. Anche se prima dello scoccare della tregua un missile di Teheran ha fatto quattro morti a Beer Sheva.

“Israele, non sganciare quelle bombe. Se lo fai, è una grave violazione. Richiama subito i tuoi piloti a casa!”, ha ammonito su Truth. Trump ha quindi chiamato Bibi ed è stato “eccezionalmente fermo e diretto”, secondo fonti della Casa Bianca, incassando lo stop. “Israele non attaccherà l’Iran. Tutti gli aerei torneranno a casa, mentre faranno un saluto amichevole all’Iran. Nessuno sarà ferito, il cessate il fuoco è in vigore!”, ha potuto finalmente annunciare poco dopo sui social. Una svolta coronata dal successivo annuncio della fine della guerra da parte di Pezeshkian.