Il figlio minorenne di Alessandro Impagnatiello non porterà più il cognome del padre, condannato all’ergastolo per aver ucciso la compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. La richiesta di cambio è stata presentata dalla donna con cui Impagnatiello aveva avuto il bambino prima della relazione con Giulia, ed è stata accolta dalla Prefettura di Monza e Brianza. Il cambio sarà effettivo dopo trenta giorni.

Determinanti nella decisione le “valide motivazioni personali, psicologiche e sociali” esposte dalla madre, che ha ottenuto l’affido esclusivo del figlio. Come spiegato dall’avvocata Ersilia Solimene, il cognome paterno era diventato “motivo di disagio per il bambino”. Nella richiesta si era chiesto anche di aggiungere il nome “Santhiago”, quello che Giulia aveva scelto per il figlio che portava in grembo, ma questo punto è stato respinto.

Impagnatiello, ex barman 32enne, è stato dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale dal Tribunale per i Minorenni di Milano. Il 25 giugno la Corte d’Assise d’Appello ha confermato la condanna all’ergastolo, eliminando l’aggravante della premeditazione ma mantenendo quella della crudeltà. Per mesi aveva somministrato veleno per topi a Giulia, prima di ucciderla con 37 coltellate nel loro appartamento a Senago, Milano. Tentò poi di bruciarne il corpo nella vasca e lo nascose poco distante da casa.