Il conflitto tra Israele e Iran ha raggiunto un nuovo livello di intensità, entrando nel 619° giorno con una serie di attacchi aerei che hanno colpito obiettivi sensibili nel cuore della capitale iraniana. Tra i bersagli, anche la sede della tv di Stato, mentre l’Aeronautica israeliana continua a operare indisturbata nello spazio aereo iraniano. «Dominiamo i cieli di Teheran. Questo cambia la natura della campagna», ha dichiarato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, confermando che i caccia delle IDF sono ora in grado di operare sulla capitale senza gravi minacce.

Secondo fonti militari israeliane, l’operazione è volta a colpire infrastrutture strategiche e a indebolire la capacità di risposta dell’Iran.

Evacuato Khamenei, Teheran verso il dialogo ma pronta alla guerra

Poche ore dopo l’inizio dei raid, fonti iraniane hanno confermato che la Guida Suprema Ali Khamenei è stata trasferita in un bunker sotterraneo nel nord-est di Teheran. Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha lanciato un duro monito: «Se gli Stati Uniti non freneranno il regime sionista, l’Iran sarà costretto a rispondere con colpi molto più duri».

Nel contempo, Teheran ha manifestato la disponibilità a una de-escalation tramite mediazioni con Qatar, Arabia Saudita e Oman, chiedendo che si eserciti pressione sull’amministrazione Trump per ottenere un cessate il fuoco in cambio di aperture nei negoziati sul nucleare.

Stati Uniti: allerta massima e portaerei in arrivo

Il Dipartimento di Stato americano ha innalzato al livello 4 – il massimo – l’allerta per i viaggi verso Israele, Cisgiordania e Gaza, invitando tutti i cittadini statunitensi a non recarsi nella regione. La scorsa settimana era già stata autorizzata la partenza volontaria dei dipendenti dell’ambasciata.

Intanto, la portaerei USS Nimitz, che avrebbe dovuto attraccare in Vietnam, ha lasciato il Mar Cinese Meridionale per dirigersi verso il Medio Oriente, rafforzando la presenza navale statunitense in un’area ad altissima tensione.

Tattica speculare: evacuazioni a Tel Aviv e Teheran

In una dinamica ormai speculare, le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno invitato la popolazione di Tel Aviv ad evacuare immediatamente, una mossa che ricalca la strategia israeliana che stamane ha ordinato l’evacuazione del Distretto 3 di Teheran, dove sono attesi nuovi bombardamenti.

Le zone più colpite dai raid includono Chitgar, l’area commerciale di Iranmal, Shahrak Bagheri e il quartiere olimpico. Secondo media iraniani, la popolazione locale si sta rapidamente allontanando, mentre nella capitale si sentono forti esplosioni a intermittenza.

Diplomazie al lavoro, ma Trump rallenta il G7

Il Gruppo dei Sette ha predisposto una bozza di comunicato per la de-escalation, sottolineando il diritto di Israele alla difesa e la necessità di stabilizzare i mercati energetici. Tuttavia, secondo Reuters, Donald Trump – che presiede il G7 in corso – non ha ancora firmato il documento, frenando l’intesa internazionale.

Sul fronte diplomatico, il premier britannico Keir Starmer ha dichiarato che tra i Paesi del G7 «c’è un consenso diffuso sulla necessità di fermare l’escalation» tra Israele e Iran, ma la situazione resta critica.