Processo Stefano Cucchi conclusosi oggi in primo grado dinanzi al tribunale di Roma. Il collegio giudicante ha condannato a 12 anni per omicidio preterintenzionale Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i due colleghi accusati da Francesco Tedesco in aula che, per il reato di omicidio preterintenzionale incassa un’assoluzione, mentre dovrà scontare due anni e sei mesi per il reato di falso. Sempre per falso dovrà scontare 3 anni e 8 mesi di carcere il maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti comandante interinale della stazione dei carabinieri Roma Appia. 

La Corte d’Assise di Roma, inoltre, ha assolto un medico, Stefania Corbi, e ha dichiarato prescritto il reato nei confronti di altri quattro medici (Aldo Fierro, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia di Carlo). Si fa luce insomma sulla morte del ragazzo di Roma, morto nel 2009 nel reparto detenuti dell’ospedale Sandro Pertini di Roma.

Processo Stefano Cucchi, le dichiarazioni del generale Nistri

Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, il generale Giovanni Nistri dopo la sentenza della Corte d’Assise di Roma sul caso Cucchi ha rilasciato una dichiarazione, affermando che «abbiamo manifestato in più occasioni il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia per la vicenda culminata con la morte di Stefano Cucchi. Un dolore che oggi è ancora più intenso dopo la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Roma che definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell’Istituzione. Sono valori a cui si ispira l’agire di 108mila carabinieri che, con sacrificio e impegno quotidiani, operano per garantire i diritti e la sicurezza dei cittadini, spesso mettendo a rischio la propria vita, come purtroppo testimoniano anche le cronache più recenti».

Morte di Stefano Cucchi, il pm chiede 18 anni per i due carabinieri