Un gruppo di scienziati internazionali ha messo a punto una procedura innovativa per cancellare brutti ricordi e promuovere quelli positivi durante il sonno. Questo approccio, definito come una forma di “editing della memoria”, potrebbe rappresentare un significativo passo avanti per affrontare traumi e disturbi emotivi.

La tecnica sfrutta il sonno profondo, una fase cruciale per il consolidamento della memoria, durante la quale il cervello trasferisce le esperienze dall’ippocampo alla neocorteccia. In questa fase, i ricordi vengono riorganizzati e rafforzati attraverso un processo simile a un “replay” biologico. Gli scienziati hanno sfruttato questa dinamica per interferire con i ricordi negativi e sostituirli con associazioni positive.

Come funziona la procedura

Lo studio, guidato dal professor Xiaoqing Hu dell’Università di Hong Kong, ha coinvolto circa 40 volontari. Inizialmente, ai partecipanti sono state mostrate 50 parole senza senso associate a immagini avversive, come ferite o pericoli. Successivamente, metà di queste parole è stata ricollegata a immagini positive, come scene rassicuranti o affettuose.

Durante la seconda notte di sonno, nella fase NREM (non-rapid eye movement), i ricercatori hanno fatto ascoltare ai partecipanti registrazioni audio contenenti le parole chiave associate. L’obiettivo era stimolare il cervello a rielaborare i ricordi negativi, sovrapponendoli a quelli positivi.

I risultati

Dopo il trattamento, i partecipanti hanno riportato con maggiore difficoltà i ricordi negativi rispetto a quelli positivi. Le scansioni cerebrali hanno mostrato un’intensa attività delle onde theta, associate alla memoria emotiva, quando venivano presentati stimoli positivi.

“Questa procedura indebolisce i ricordi avversivi e rafforza quelli positivi, aprendo nuove strade per trattare traumi e disturbi post-traumatici”, hanno dichiarato gli autori.

Applicazioni future

Sebbene i risultati siano promettenti, la tecnica è ancora in fase sperimentale e non testata al di fuori di un ambiente controllato. Tuttavia, potrebbe avere importanti implicazioni per il trattamento di disturbi come lo stress post-traumatico, ansia e depressione, offrendo un’alternativa non invasiva per migliorare la qualità della vita.

I dettagli dello studio, intitolato “Aversive memories can be weakened during human sleep via the reactivation of positive interfering memories”, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.