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Donald Trump
Donald Trump torna a fare notizia con una delle sue dichiarazioni esplosive, confermando di voler puntare con decisione sulla politica dei dazi, anche in vista delle prossime elezioni presidenziali. Durante un intervento sul suo social Truth e in dichiarazioni rilasciate a bordo dell’Air Force One, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che l’Europa “ha fatto una fortuna con noi” e che “ci ha trattato molto molto male”. La sua risposta? Dazi, e ancora dazi, definiti senza mezzi termini “una cosa meravigliosa”.
La linea è chiara: secondo Trump, l’unico modo per risolvere il problema degli squilibri commerciali con l’Unione Europea, la Cina e altri paesi è quello di colpirli con tariffe doganali pesanti. E se qualcuno vuole un accordo, dovrà pagare caro. “Vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale”, ha detto con il suo consueto tono tranchant.
“I dazi sono l’unico modo”
Le dichiarazioni di Trump arrivano in un momento delicato per i mercati. I future sul Dow Jones sono in netto calo e le piazze finanziarie internazionali mostrano evidenti segnali di nervosismo. Ma per il presidente, questa è una conseguenza non solo inevitabile, ma in qualche modo necessaria: “A volte bisogna prendere dei farmaci per curarsi”, ha affermato, paragonando gli scossoni dei mercati a una medicina amara ma utile.
Secondo Trump, i dazi rappresentano l’unico strumento davvero efficace per ribaltare il trend negativo del commercio estero americano, in particolare con quei partner commerciali accusati di approfittare degli Stati Uniti. Tra questi, in prima linea, proprio l’Unione Europea.
L’Europa nel mirino
Il presidente non ha risparmiato critiche all’UE, bocciando anche la proposta avanzata da Elon Musk durante un recente congresso della Lega: quella di azzerare i dazi reciproci tra Europa e Stati Uniti. Una proposta che Trump ha giudicato “un po’ troppo”.
“L’Europa ha fatto una fortuna con noi”, ha dichiarato. “Ci ha trattato molto molto male. Ma ora stanno venendo al tavolo. Vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale”. Con queste parole, il presidente ha ribadito la sua linea dura nei confronti degli alleati storici, trasformando il dialogo in una sorta di braccio di ferro commerciale.
Il caso TikTok e la Cina
Il tema dei dazi non si limita all’Europa. Trump ha infatti chiamato in causa anche la Cina, collegando le tensioni commerciali al blocco dell’accordo per TikTok. Secondo lui, Pechino avrebbe cambiato le carte in tavola proprio per via dei dazi imposti dagli Stati Uniti. “Avevamo più o meno un accordo su TikTok”, ha detto, “ma poi la Cina lo ha bloccato per i dazi. Se avessi operato un piccolo taglio, lo avrebbero approvato in 15 minuti. Questo dimostra il potere dei dazi”.
Una lettura che, come spesso accade con Trump, semplifica dinamiche ben più complesse. Il presidente, tuttavia, sembra deciso a usare la leva commerciale per ottenere vantaggi strategici, anche in ambiti che vanno oltre il mero scambio di merci.
Un presidente in campagna permanente
Trump ha passato gli ultimi giorni giocando a golf in Florida, ma assicura di aver continuato a lavorare anche durante il weekend. “Ho parlato con dirigenti di aziende tecnologiche e leader da tutto il mondo. Europei, asiatici, tutti vogliono un accordo”, ha dichiarato, senza però fornire dettagli su quali paesi o leader abbia effettivamente incontrato.
Le sue parole hanno il sapore della campagna elettorale permanente: un linguaggio diretto, ricco di slogan e affermazioni forti, indirizzato al suo elettorato più fedele. E la politica commerciale resta uno dei pilastri del suo programma, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con Cina ed Europa.
I mercati reagiscono (male)
Come spesso accade quando Trump parla di dazi, i mercati reagiscono in modo nervoso. La prospettiva di nuove tariffe, di guerre commerciali riaccese e di rapporti diplomatici incrinati non piace agli investitori. Dopo le sue dichiarazioni, i future americani sono scesi bruscamente e si prevede un’altra giornata difficile per Wall Street.
Trump, tuttavia, non sembra preoccuparsene. “Non voglio che succeda nulla ai mercati, ma a volte bisogna prendere delle medicine”, ha ribadito. Una frase che mostra come, nella sua visione, la stabilità finanziaria possa anche essere sacrificata in nome del riequilibrio dei rapporti economici internazionali.
Una politica commerciale muscolare
La politica dei dazi è uno dei marchi di fabbrica della presidenza Trump. Già durante il suo primo mandato aveva imposto tariffe su acciaio, alluminio e altri prodotti provenienti da Cina, Europa e altri partner commerciali, scatenando rappresaglie e tensioni a livello globale.
La sua logica è quella della “reciprocità forzata”: se un paese impone barriere commerciali o mantiene un surplus eccessivo nei confronti degli Stati Uniti, allora va colpito economicamente fino a quando non si siederà al tavolo per negoziare da una posizione meno vantaggiosa.
Critiche e consensi
Le sue posizioni, come prevedibile, dividono. I sostenitori vedono in Trump un difensore degli interessi americani, un leader disposto a sfidare le regole del gioco internazionale per proteggere le aziende e i lavoratori statunitensi. I critici, al contrario, sottolineano i danni collaterali delle guerre commerciali: aumento dei prezzi, incertezza economica, perdita di fiducia nei mercati.
Anche il mondo imprenditoriale è spaccato. Alcuni manager appoggiano la linea dura, specie nei settori più colpiti dalla concorrenza asiatica; altri temono le ripercussioni su scala globale, soprattutto in un momento in cui la ripresa economica è ancora fragile.
Un messaggio chiaro al mondo
Le dichiarazioni di Trump hanno comunque un messaggio preciso: se tornerà alla Casa Bianca, le relazioni economiche internazionali cambieranno radicalmente. Il multilateralismo verrà sostituito dal bilateralismo spinto, le alleanze verranno subordinate a logiche economiche, e gli Stati Uniti negozieranno solo con chi accetterà di “pagare” il prezzo del dialogo.
Che si tratti dell’Europa o della Cina, il tono è lo stesso: o accettate le nostre condizioni, o vi colpiamo con i dazi.