Il 25 febbraio, dopo dieci anni di attività, il negozio di scarpe Pittarosso ha chiuso i battenti all’interno del centro commerciale Metropolis di Rende. Sedici i dipendenti che per settimane hanno vissuto nell’angoscia e nell’incertezza fino a quando, nonostante non fosse un’azienda sindacalizzata prima della notizia della dismissione, si sono rivolti ai rappresentanti dei lavoratori chiedendo aiuto. Ieri nella sede di Confcommercio a Cosenza c’è stato un incontro decisivo, a cui erano presenti anche delegati dell’azienda di Legnaro, che ha un po’ rassicurato gli animi.

Il negozio di Rende, considerato tra i migliori d’Italia dal punto di vista delle vendite, ha chiuso dunque non per la crisi o per l’affitto dei locali elevato – come è avvenuto invece in altre città – ma per scelta del fondo svizzero di cui fa parte il Metropolis che ha ritenuto, alla luce del concordato preventivo a cui è sottoposta l’azienda calzaturiera dal 2020, di non rinnovare il contratto di locazione.

La Cgil è entrata in corsa nella vicenda, dopo essere stata contattata dai lavoratori dell’azienda, cercando di trovare soluzioni rapide che garantissero un futuro ai dipendenti. «Dei sedici lavoratori, cinque hanno accettato una ricollocazione tra il punto di contrada Cutura e quello di Lamezia Terme – ci spiega Annalisa Assunto, segretario generale Filcams che ha condotto le trattative -. Devo dire che l’azienda ha dimostrato grande correttezza accettando un accordo, anche rivedibile, di prelazione per la ricollocazione dei lavoratori non entro i canonici 6 mesi, ma entro 24 mesi. L’azienda, proprio alla luce dei successi nelle vendite del negozio rendese, ha scelto di continuare a investire qui e sta cercando una nuova sede tra Cosenza e Rende. A tal fine ha già contattato diverse agenzie immobiliari proprio per trovare rapidamente dei nuovi spazi da cui ripartire, cosa che speriamo avvenga nel più breve tempo possibile».

Come già avvenuto per i dipendenti dell’ex Despar, che si trovava nel Metropolis dove ora sono in corso dei lavori già da tempo, la Cgil aveva cercato di chiedere contatti con l’azienda subentrante per inoltrare richiesta di assorbimento dei dipendenti, ma in questo caso l’interlocuzione non è potuta avvenire per mancanza di una controparte individuata. E infatti, dopo due anni dalla chiusura del supermercato, gli spazi che dovrebbero essere destinati a ospitare Primark, restano ancora serrati.