«Abbiamo scritto oggi all’Ufficio Scolastico Regionale Calabria come in alcune scuole della regione vengano riconosciuti permessi sindacali retribuiti ai sensi dell’art.10 del CCNQ del 4 dicembre 2017 per partecipare a riunioni dell’ANP a docenti in quanto dirigenti di tale organizzazione». Lo comunica in una nota Usb Scuola Calabria.

«Abbiamo chiesto – si legge ancora – di intervenire in merito perché un recentissimo intervento dell’ARAN fa presente che “i permessi per l’espletamento del mandato delle organizzazioni rappresentative dell’area dirigenziale Istruzione e Ricerca sono fruibili solo da lavoratori appartenenti all’area dirigenziale, ovvero dai dirigenti scolastici”».

«Una specificazione importante perché a tutt’oggi, nonostante i continui e forti tentativi di dividere e frammentare la categoria docente, non c’è differenza tra docenti “normali” e docenti appartenenti alle “alte professionalità”, come vorrebbero associazioni come l’ANP o l’ANCODIS. Con questa roboante definizione, derivante da una pessima ideologia dirigista – spiegano i sindacalisti – si intendono i collaboratori dei DS e i componenti dello staff. Il tanto vagheggiato “middle management”, una sorta di quadri intermedi con cui qualcuno vorrebbe costituire un’area specifica da inserire nel CCNL Scuola. L’istituzione cioè di “figure di sistema” a cui verrebbe riconosciuta un’elevata importanza strategica (sic!) per il funzionamento organizzativo e didattico della scuola (sic!)».

«Una specie di manager in sedicesima, nominati e strettamente dipendenti dal manager capo, da differenziare da chi invece tutti i giorni nelle aule vive e lavora con i ragazzi. Ma si sa, per i fautori della scuola-azienda e dell’istruzione-merce la didattica è roba stantìa, obsoleta, da superare. Ancor di più quella didattica a formare persone autonome e critiche, cittadini consapevoli, soggetti pensanti. Per far funzionare la Scuola basta un po’ di managerialità e di fuffa. E poi – dicono ancora dall’Usb Scuola Calabria – puntare tutto sui percorsi abbreviati, sull’alternanza scuola-lavoro così si addestra per bene. Infine, ridisegnare sempre più il sistema di reclutamento attraverso il pizzo nell’acquisizione dei CFU e l’osceno mercato delle certificazioni da acquisire a caro prezzo presso i titolifici. Che questo lo pensi Valditara, ci sta. Che invece tanta politica e tante organizzazioni sindacali accettino l’esistente (e si propongano di gestirlo), ci sta molto meno».