Dopo la denuncia della Fiom, secondo cui gli operai intenti a montare un’impalcatura davanti al tribunale di Cosenza avrebbero lavorato in spregio alle più elementari misure di sicurezza, arriva la replica della società dalla quale i lavoratori dipendono. Di seguito il testo integrale:

In data odierna abbiamo appreso che sulla pagina Facebook Fiom Cgil Calabria veniva pubblicato un post, poi ripreso da diverse testate giornalistiche locali, di denunzia di presunte violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro dei lavoratori impegnati nel rifacimento della facciata del Tribunale di Cosenza, e nello specifico durante il montaggio dell’“impalcatura”. Il tutto con tanto di foto a corredo. In particolare, attraverso frasi ed espressioni che non lasciano scanso ad equivoci, si afferma che i lavoratori appaiono “senza Dpi e alcuni con le imbracature come ornamento.”

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Inoltre, si leggono insinuazioni dirette, poi riprese in un’intervista rilasciata direttamente dal segretario del sindacato sig. Umberto Calabrone, circa presunte irregolarità relative alla regolarità dell’assunzione e al rispetto dell’orario di lavoro. A questo punto è doveroso precisare che questa Società è responsabile solo ed esclusivamente della fase di montaggio e smontaggio dei ponteggi necessari ai lavori, ed ha sempre operato, in questo come in qualsiasi altro cantiere, nel pieno ed incondizionato rispetto delle norme anti-infortunistiche, procedendo a corsi di formazione del proprio personale ed alla dotazione di dispositivi di protezione individuale idonei.

Nonché, infine, alla costante vigilanza affinché tali regole – precipuamente per il bene dei nostri lavoratori – vengano rispettate in primis dai propri dipendenti. D’altronde, ed è un elemento che lascia basiti, ciò è confermato dalle stesse foto mostrate dalla Pagina Facebook, dove si vede chiaramente che gli operai di questa Società sono dotati di casco, imbracature e ogni altro DPI. Inoltre, e proprio in ossequio alle norme di sicurezza previste e di cui ci si fregia di difendere, le imbracature e le cinture di sicurezza non sono necessarie in presenza dei parapetti montati, come nel caso in questione e come le foto dimostrano.

Il tutto, in un contesto di assoluto rispetto dei diritti dei lavoratori, tutti regolarmente assunti e tutti retribuiti per le ore effettivamente lavorate. Detto ciò, si vuole premettere il pieno rispetto verso le organizzazioni sindacali e il ruolo che esse ricoprono, riconosciuto anche in Costituzione. Tuttavia, esprimere giudizi e denunciare pubblicamente attraverso i social network ed interviste a testate locali, senza conoscere né i ruoli delle imprese coinvolte, né, evidentemente, le norme previste in materia, facendo illazioni e congetture, prive di ogni fondamento, su irregolarità nelle assunzioni e rispetto dei diritti dei lavoratori, rappresenta chiaramente un uso intollerabile e distorto del proprio ruolo, che sembra rispondere più a logiche di visibilità e protagonismo che di effettiva tutela dei lavoratori. Infine, in relazione alle minacciate denunzie ed esposti, questa Società sarà ben lieta di dimostrare tutto quanto sopra, sia agli Organi competenti che allo stesso Sindacato.

Vuole ribadirsi con forza, però, come questa società sia sempre stata sensibile a tutto ciò che riguarda il rispetto delle regole relative alla sicurezza sul luogo di lavoro e ai diritti dei lavoratori, e non può accettare comunicati di questo tipo, ripresi e confermati su organi di stampa, che rappresentano una chiara lesione della reputazione costruita con tanta fatica e dedizione nel tempo. Per questo motivo, quindi, si è provveduto a dare incarico ai propri legali di fiducia affinché venga valutato ogni strumento previsto dalla legge al fine di tutelare l’immagine della società.