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La Provincia di Cosenza vive una fase particolare. Nel mese scorso, una nota dall’ufficio personale dell’Ente comunicava ai dirigenti dei settori che, nell’ottica del contenimento della spesa, era necessario sospendere, con decorrenza immediata, tutti i vari istituti contrattuali relativi al salario accessorio dei lavoratori. La vicenda si inserisce nel contesto del ridimensionamento degli Enti locali, che gli ultimi governi stanno perseguendo al fine di comprimere le spese.
La “Riforma sulle Province”, voluta dal governo Renzi, avrebbe dovuto anticipare la loro definitiva soppressione, con il successivo referendum costituzionale. Secondo la Fp Cgil di Cosenza, la sconfitta di Renzi «non ha interrotto progetto di ridisegnare l’architettura del Paese sulla base dei diktat provenienti dall’Unione Europea e basati su una politica di austerità e tagli della finanza pubblica, non ha tuttavia scongiurato i rischi legati alla sopravvivenza di questi Enti, segnati da una situazione di ridimensionamento funzionale e contestuale blocco nell’erogazione dei servizi, pur importanti, che rimangono in capo all’Ente: viabilità, edilizia scolastica, pianificazione e ambiente».
Per la Fp Cgil, la situazione che oggi vive la Provincia di Cosenza, «pur se figlia di quella stagione, sembra essere divenuta dal punto di vista economico ulteriormente aggravata, anche alla luce di quanto deciso nell’ultimo consiglio provinciale, con il riconoscimento di debiti fuori bilancio». A preoccupare il sindacato sono le risorse destinate ai lavoratori, «anche perché i vari istituti contrattuali per l’anno 2024, non sono stati ancora concordati con le organizzazioni sindacali, sebbene siano state fatte specifiche e reiterate richieste alla parte pubblica per conoscere il fondo del comparto, rimaste tuttavia del tutto inevase».
Secondo la Cgil, «l’inquietudine dei lavoratori dell’Ente è tangibile, di fronte ad una sostanziale diminuzione delle risorse loro destinate e che, comunque, già non garantivano il confronto con le retribuzioni di altri comparti né tantomeno reggevano il raffronto con la media dei salari dell’Unione Europea». Da qui, il sindacato ripropone richieste di confronto e lancia un appello al presidente della delegazione trattante «affinché ci convochi e chiarisca lo stato economico dell’Ente, ci informi sulla consistenza del fondo del personale e ci consenta, nel rispetto delle prerogative sancite dal contratto nazionale, di dare risposte ai lavoratori».