È morto in modo atroce Bruno, il cane dell’Unità Cinofila da Soccorso di Taranto che aveva salvato ben nove vite umane nel corso della sua straordinaria carriera. È stato ritrovato questa mattina senza vita dal suo conduttore, Arcangelo Caressa, dopo una lunga agonia causata dall’ingestione di esche riempite di chiodi, nascosti dentro wurstel lanciati deliberatamente per ucciderlo.

Bruno non era un cane qualsiasi. Era un vero e proprio eroe, addestrato per individuare dispersi sotto le macerie, nelle campagne, tra le rovine. Le sue imprese lo avevano reso un punto di riferimento nazionale, tanto che una sua fotografia lo ritrae sorridente accanto alla presidente del Consiglio, simbolo del riconoscimento istituzionale che aveva ricevuto.

Nel corso della sua attività, Bruno aveva partecipato a interventi complessi in tutta Italia, contribuendo a salvare persone in situazioni disperate. Aveva ricevuto premi e onorificenze da enti pubblici, Protezione Civile e Forze dell’Ordine. Ma più di ogni altra cosa, era amato: dai colleghi, dai volontari, dai cittadini.

La sua morte ha lasciato sotto shock tutta la comunità. Il suo conduttore, Arcangelo, ha lanciato un appello durissimo contro chi ha compiuto questo gesto vile: «Non avete ucciso solo un cane. Avete spento una luce, quella della speranza che lui sapeva portare in ogni missione».

Sdegno anche sui social, dove la notizia ha generato migliaia di messaggi di cordoglio e indignazione. Le associazioni animaliste chiedono indagini rapide e pene severe, mentre il Comune di Taranto ha annunciato l’intenzione di intitolare una targa commemorativa a Bruno, per non dimenticare ciò che ha rappresentato.

La Polizia Locale e le autorità veterinarie hanno avviato un’indagine. L’ipotesi più probabile è quella di un atto premeditato, forse legato a una vendetta o all’odio verso i cani. Intanto, resta il dolore per una perdita enorme: Bruno non tornerà, ma il suo coraggio resterà indelebile nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo.