Un’attenta osservazione come consigliere provinciale con delega alle Attività produttive urge farla sulle conseguenze economiche causate dall’emergenza coronavirus. Già dai primi riscontri, le difficoltà e i danni economici sono enormi. Ora bisogna formulare istanze e proposte alle autorità competenti, idonee a rispondere all’emergenza. Dovremmo essere bravi a rapportarci e confrontarci con Regione, Confcommercio, Confindustria, Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, consumatori, sigle sindacali.

Secondo gli ultimi rilevamenti, le ripercussioni dell’emergenza hanno peggiorato ulteriormente il fatturato delle imprese, con indicazioni preoccupanti: turismo -90% (da solo produce il 12% del Pil della Nazione); strutture ricettive -80%; bar e ristoranti -40%; organizzazione eventi e discoteche -100%; abbigliamento, parrucchieri, fioristi -50%; benzinai, gioielli e accessori -70%; commercio ambulante non alimentare -80%. Anche il settore alimentare, dopo una fase iniziale di crescita dovuta alla corsa dei consumatori in supermercati e negozi, segna un calo di incassi del 40%. Chi aveva fatto scorte non è più tornato a fare la spesa. Soffrono pure le farmacie (da +30 a +10%) e soprattutto, i venditori di prodotti per l’igiene della persona e della casa (da +30 a -90%), a causa delle difficoltà nella consegna e approvvigionamento delle merci.

Tra le prime proposte, a livello nazionale ci sono moratoria sui mutui, cassa integrazione in deroga anche per aziende sotto 5 dipendenti, abolizione della norma sul limite all’utilizzo dei contanti, sospensione dei pagamenti dei contributi per le piccole medie imprese, sostegni ai redditi dei datori di lavoro, un forte piano di investimenti sul turismo. Quindi l’esplosione del coronavirus in Italia, e la psicosi crescente in Calabria, stanno minacciando, prima di tutto, i ritmi di crescita già fiacchi del sistema economico nazionale, ma soprattutto regionale. Lo stesso commissario europeo con delega all’Economia, Paolo Gentiloni, ha dichiarato che le ricadute «saranno pesanti» anche sul breve termine, complici i rischi di isolamento che incombono su pilastri come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: tre regioni capaci di incidere, da sole, su circa il 40% del Pil.

Si registra anche un calo dell’11,9% su esportazioni di food e vino con coinvolgimento della nostra Calabria. Le condizioni di crisi lavorativa ed economica, rappresentano in questo momento un vero e proprio attentato alla progettualità dell’uomo e alla sua ricerca di una costante sensazione di equilibrio. Dobbiamo essere forti a rialzarci come Provincia, come Regione, come Nazione. Oggi più che mai: Viva l’Italia.

*Consigliere Provincia di Cosenza e assessore Casali del Manco