A fine maggio 19 comuni calabresi andranno al voto. In provincia di Cosenza, si tratta di Cassano all’Ionio, Cetraro, Paola, Rende e Scalea. L’indagine condotta dalla Fondazione Open Calabria offre un quadro aggiornato sullo stato della “qualità amministrativa” di ciascuno Comune, ponendo attenzione ai punti di forza e di debolezza emersi tra l’inizio degli anni duemila e il periodo 2021-2022. L’obiettivo dello studio è quello di fornire qualche spunto di riflessione in vista dell’imminente consultazione elettorale.

Professore Francesco Aiello, quali sono gli indicatori che la fondazione Open Calabria ha utilizzato per effettuare questa analisi?

Abbiamo fatto riferimento al Municipla Administration Quality Index (MAQI), un indicatore composito sviluppato di recente da un gruppo di ricercatori locali e basato su tre pilastri principali in grado di cogliere le dimensioni chiave della governance comunale.

Quali sono questi tre pilastri principali?

La Capacità Burocratica (Pillar 1) che valuta la qualità e l’efficienza della macchina amministrativa comunale e include aspetti legati alla gestione del personale, alla digitalizzazione, alla trasparenza e alla capacità di programmazione. La Qualità della Classe Politica (Pillar 2) che riguarda le caratteristiche della leadership locale e tiene conto di indicatori come il rinnovamento, l’equilibrio di genere, la stabilità delle cariche, la presenza di esperienze professionali pregresse e la propensione all’innovazione.

La Performance Economico-finanziaria (Pillar 3) che misura la sostenibilità dei conti pubblici locali e la capacità di investimento, analizzando parametri come l’equilibrio di bilancio, la pressione fiscale, la spesa per investimenti e il grado di autonomia finanziaria.

Sulla base del MAQUI complessivo, quali sono le considerazioni che possono essere fatte in relazione ai Comuni calabresi?

Il confronto dei dati del MAQUI tra il biennio iniziale 2001-2002 e quello finale 2021-2022, evidenzia come nel corso degli ultimi venti anni la qualità complessiva dell’amministrazione dei comuni italiani è mediamente migliorata. La media dell’indice MAQUI è aumentata anche in Calabria, passando da 99,24 ad inizio periodo a 101,9 a fine periodo. In questo quadro di riferimento generale, si osserva, per quanto riguarda la provincia di Cosenza, che il Comune di Scalea, ad esempio, ha registrato un significativo incremento, passando dai valori iniziali di 95,82 e 100,47 a 107,26 e 108,42 collocandosi quindi ben oltre il terzo quartile della distribuzione nazionale (105,99 nel 2021-2022).

Scorporiamo gli indicatori e partiamo dalla Capacità burocratica.

I dati relativi al primo pilastro, che misura la capacità burocratica delle amministrazioni comunali, mostrano variazioni più contenute rispetto al MAQI complessivo. Alcuni enti calabresi che, a inizio periodo, si trovavano nettamente sopra la soglia superiore (101,56) hanno successivamente perso terreno: è il caso del Comune di Scalea, passato da 103,14 a 96,35. Anche nei Comuni di Cassano all’Ionio e Paola si evidenzia un calo rispetto al biennio iniziale (2001-2002)

Professore, soffermiamoci adesso sul secondo pilastro: la qualità della classe politica.

I dati relativi alla qualità della classe politica locale evidenziano la presenza di marcate differenze tra i 19 Comuni esaminati nel corso del tempo. Nel complesso, la media nazionale dell’indicatore è aumentata sensibilmente, passando da 99,06 nel biennio 2001–02 a 107,58 nel 2021–22, con un incremento significativo di circa 8,5 punti. Anche in Calabria la media ha seguito un andamento analogo, passando da 99,24 ad inizio periodo a 107,45 a fine periodo: con un aumento di oltre 8 punti il dato regionale è sostanzialmente in linea con la media nazionale. In provincia di Cosenza, possiamo fare l’esempio del Comune di Scalea che partendo da un valore estremamente basso (91,04, sotto il primo quartile), raggiunge 124,32, superando ampiamente il terzo quartile del 2021–22 (114,26). Anche i Comuni di Paola e Rende mostrano dinamiche di miglioramento, seppur meno ampie. In estrema sintesi, la Calabria registra a fine periodo un valore medio (107,45) sostanzialmente coincidente con quello nazionale (107,58), segnalando che questo pilastro rappresenta un ambito di relativa forza per la regione, in termini comparativi rispetto al quadro nazionale. I dati evidenziano, però, ampie differenze interne, con alcuni comuni che emergono per una classe politica di qualità notevolmente elevata, e altri che mostrano preoccupanti fragilità.

Passiamo al terzo indicatore, quello che prende in considerazione la Performance economico-finanziaria.

L’indicatore relativo alla performance economico-finanziaria dei Comuni mostra variabilità più contenute rispetto a quella osservata per la qualità della classe politica. Emerge una situazione di stabilità generalizzata, con oscillazioni modeste sia in positivo che in negativo. In provincia di Cosenza, soltanto il Comune di Cetraro mostra un lieve calo della performance economico-finanziaria. Nel complesso, i dati sul terzo pilastro evidenziano un livello di dispersione inferiore rispetto agli altri due, con la maggior parte dei comuni concentrata attorno ai valori medi. Ciò suggerisce una discreta stabilità dei conti pubblici e della gestione finanziaria nell’arco del ventennio considerato. Tuttavia, non mancano eccezioni locali in cui la performance economico-finanziaria mostra segnali di regressione o miglioramenti molto limitati, indicando la necessità di interventi mirati per rafforzare la sostenibilità e la capacità di bilancio a livello comunale.

Professore Francesco Aiello, quali sono le considerazioni finali alle quali giunge l’analisi condotta dalla Fondazione Open Calabria?

I dati analizzati in questa breve nota dei 19 comuni calabresi chiamati al voto nella primavera del 2025 mostrano una chiara relazione tra dimensione demografica e qualità amministrativa complessiva. Comuni con popolazione più ampia, come Rende (circa 36mila abitanti), evidenziano performance superiori rispetto ai comuni più piccoli, con miglioramenti consistenti, soprattutto sul piano della qualità della classe politica locale e della capacità burocratica. Inoltre, è utile evidenziare che solo in pochi casi la qualità amministrativa complessiva si colloca stabilmente al di sopra del terzo quartile nazionale, indicando una debolezza sistemica diffusa in Calabria. Il Comune di Scalea, a tal proposito, rappresenta una limitata eccezione.

Alla luce di questi dati, qual è il valore delle elezioni amministrative di primavera?

La tornata elettorale della primavera 2025 rappresenta, dunque, un’occasione strategica per affrontare in modo concreto la questione cruciale evidenziata da questa analisi descrittiva, ovvero la qualità della classe politica locale. Tale aspetto si conferma, infatti, indispensabile per assicurare una governance efficace e uno sviluppo sostenibile nelle comunità interessate. In quest’ottica, diventa cruciale selezionare candidati non solo con elevate competenze tecniche, ma anche con visioni politiche innovative e capacità di gestione adeguate, soprattutto nei comuni di minori dimensioni, dove le criticità strutturali sono più evidenti e i margini di errore significativamente più ristretti. Un impegno concreto per il rafforzamento della qualità della classe politica locale, a partire dai piccoli centri, può generare effetti positivi a cascata sulla capacità burocratica e sulle performance economico-finanziarie, migliorando così la vita quotidiana dei cittadini. È, dunque, indispensabile che la prossima consultazione amministrativa sia vissuta dalle comunità locali, dai partiti e dalle istituzioni come un momento di selezione consapevole, responsabile e lungimirante della futura classe dirigente dei territori.

A rafforzare questa esigenza, si aggiunge una difficoltà ulteriore che riguarda soprattutto i comuni di minori dimensioni: in questi contesti, la selezione della classe politica è ostacolata non solo dalle fragilità strutturali, ma anche dalla scarsa partecipazione civica e dalla riduzione demografica legata ai processi di spopolamento. Trovare candidati con le competenze necessarie, la disponibilità all’impegno e una visione di sviluppo diventa, dunque, ancora più complesso, restringendo ulteriormente le possibilità di scelta delle comunità locali. Questi elementi dovrebbero essere attentamente considerati da partiti e istituzioni, che sono chiamati ad accompagnare i piccoli comuni nella costruzione di una classe dirigente adeguata, anche attraverso strumenti mirati e politiche capaci di incentivare una partecipazione civica più ampia e consapevole.