Il Comune di Aprigliano, guidato dal sindaco Alessandro Porco, è in predissesto finanziario e dovrà far fronte all’emergenza con un piano di rientro in stile «lacrime e sangue». Questo è quanto emerso dall’ultimo Consiglio Comunale – ne danno notizia i consiglieri del Gruppo di minoranza “Insieme Si Può”. Nella nota stampa diffusa, si legge: «Per la prima volta nella storia, Aprigliano si trova in una condizione di pre-dissesto finanziario, una realtà che è stata celata a lungo alla cittadinanza».

«Il Comune di Aprigliano – affermano i consiglieri comunali – ha un debito pubblico che supera i 2.700.000 euro e che è destinato ad aumentare. In campagna elettorale e poi ancora a marzo 2024, il Sindaco dichiarava che i conti del Comune erano sani, in ordine e stabili. Tuttavia, pochi mesi dopo, è stato costretto a riconoscere la gravità della situazione, con un debito che avrà ripercussioni devastanti per i prossimi 15 anni. Non solo, il Sindaco ha anche speso 80.000 euro in somma urgenza durante la campagna elettorale per finanziare la sua rielezione, senza giustificare adeguatamente queste spese oltre a sperperare altri soldi pubblici nel periodo estivo».

Cosi continua la nota: «Nel recente Consiglio, il nostro gruppo ha votato contro il piano di rientro presentato, ritenendolo non credibile e non sostenibile. Sarebbe stato necessario un maggiore coinvolgimento della minoranza, visto che questo problema riguarda tutta la comunità di Aprigliano. Avremmo preferito trovare soluzioni condivise, senza cercare di scaricare le colpe su qualcuno, ma affrontando la crisi insieme».

Infine, i consiglieri di minoranza denunciano un clima di violenza verbale in Consiglio che, a loro dire, non ha precedenti: «Non possiamo ignorare l’aggressività verbale che ha caratterizzato l’ultimo Consiglio, con insulti e minacce rivolte al nostro capogruppo e a persone perbene a noi vicine tanto da rendere necessario l’intervento dei carabinieri per placare la situazione. Un comportamento inaccettabile per una comunità sana e democratica come la nostra».