Graziadio, Tinto e Trecroci contestano il documento diffuso dal circolo bruzio venerdì pomeriggio e ribadiscono: «Caruso abbia interlocuzioni solo con Lettieri per il rimpasto di giunta»
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«Leggiamo con stupore di un documento che chiederebbe al sindaco di Cosenza, Franz Caruso, di effettuare un “tagliando” alla sua amministrazione. A firmarlo è “una parte” del Pd, quella parte che è stata sconfitta prima dagli iscritti, nel congresso provinciale del partito, poi dagli elettori, alle recenti Regionali. Cioè: quella stessa parte che ha diretto il Pd per decenni, trascinandolo dal 30% a percentuali modestissime, si permette di dire a Franz Caruso come deve incardinare la sua azione amministrativa negli ultimi 18 mesi di lavoro. Si mette sul pulpito e fa la lezione» così in una nota Francesco Graziadio, Gianfranco Tinto, Aldo Trecroci di Democrazia e partecipazione.
«Dimenticando, pare, che ai perdenti si addice il silenzio. Non il silenzio della censura, per carità, ma il silenzio della riflessione, il silenzio della presa di coscienza dei propri limiti, del proprio declino, del tramonto di un’esperienza politica durata fin troppo a lungo.
Quando militanti ed elettori chiedono a gran voce di far entrare aria fresca nel Partito democratico, la risposta non può essere lo scatto ferino della bestia ferita. Il sindaco metterà mano alla giunta comunale con pochi ritocchi, così ha anticipato, e lo farà secondo il protocollo istituzionale, ascoltando i segretari provinciali dei vari partiti. Nel nostro caso sarà Matteo Lettieri a condividere con Franz Caruso le riflessioni del Pd. Altre figure non sono invitate né gradite.
Siamo francamente stufi delle continue fibrillazioni che questa parte del Pd infligge alla comunità politica di una città che è sempre stata un esempio per il suo modo di affrontare le trasformazioni sociali del territorio. Tanta rozzezza di toni e modi è forse comprensibile - la sconfitta lascia cicatrici su chiunque - ma non giustificabile. Chi si cimenta nell’agone politico ne deve accettare le regole di civiltà istituzionale, non può inondare la stampa di sguaiate richieste di attenzione, fra l’altro incomprensibili viste le ripetute sconfitte.
Il vento del cambiamento ha iniziato a soffiare forte e tentare di fermarlo con le mani è solo un gioco che piace ai bambini».

