Ritenere che la politica calabrese abbia fallito nella gestione della sanità calabrese è solo una mezza verità, ma non la verità assoluta. La Regione Calabria paga anche il decennale commissariamento deciso dai vari Governi nazionali. È indubbio quindi che oggi la sanità calabrese, in regime di commissariamento straordinario da parte del Consiglio dei Ministri, naviga in cattive acque anche perché i vari commissari non hanno risolto nessuna delle criticità.

Lo aveva ricordato anche Mario Oliverio circa un anno fa, criticando la scelta del Governo di convocare il Consiglio dei Ministri, in seduta straordinaria, nella città di Reggio Calabria, dando vita al cosiddetto “Decreto Calabria”, voluto fortemente dal Movimento Cinque Stelle e sostenuto dal Pd. Il “Decreto Calabria” è servito a qualcosa? Assolutamente no. Anzi, ha ulteriormente affossato la sanità calabrese, con la complicità di un commissario ad acta della Sanità calabrese, Gen. Saverio Cotticelli, che non ha dato una risposta, dicasi una, alle istanze dei vari sindaci, senza parlare dei Governatori. Nessuno scatto d’orgoglio, nemmeno mezzo, neppure quando è scoppiata la pandemia da coronavirus e la Calabria, tra mille difficoltà, si è trovata a gestire inizialmente un’emergenza “sostenibile” diventata, in questa seconda ondata di contagi, quasi drammatica. In tutto ciò, la Calabria, come affermato dal segretario regionale dell CGIL Calabria, Angelo Sposato non ha un piano Covid. Colpa della Regione? Anche. Ma soprattutto di chi in questa terra ha pieni poteri sulla gestione della sanità, ovvero i commissari.

Ci troviamo dunque in una situazione complicatissima che potrà essere risolta soltanto se la Calabria uscirà definitivamente dal commissariamento. Il Ministro Roberto Speranza è convinto del fallimento commissariale, nonostante il rinnovo del “Decreto Calabria”, che, lo ricordiamo, è stato fortemente criticato dai deputati Sapia e Nesci, ovvero tra i promotori del decreto stesso, i quali hanno contestato tutte le ultime scelte dei commissari delle Asp, delle Ao e di Cotticelli. Un fallimento sotto gli occhi di tutti. E a pagarne le conseguenze oggi dovrebbero essere i commissari regionali.