Gelo in tutta la Calabria, gelo anche in casa Pd. Attacchi, contrattacchi, repliche e controrepliche si sprecano in vista del congresso che segnerà – o così dovrebbe fare – la ripartenza del Partito democratico dopo l’ultima, cocente, delusione delle Politiche. In provincia di Cosenza le acque sono agitate già da tempo e l’ormai prossimo decisivo appuntamento dà nuovo slancio alle turbolenze. Le ultime puntate della saga ci hanno regalato un ricorso presentato dall’ala cuperliana che insinua nel già accidentato percorso anche l’ombra di presunte irregolarità: «Una serie di atti prodotti nelle commissioni provinciali – si legge nel documento – in palese violazione del regolamento congressuale». Tessere negate e tessere magicamente lievitate compongono il mosaico delle accuse mosse dai ricorrenti e che, se in mancanza di verità accertate e cristallizzate insinuano solo dei dubbi, danno comunque la misura dello scontro in atto all’interno del partito.

Accuse alle quali Giuseppe Mazzuca, nella sua veste di presidente della commissione provinciale congressuale di Cosenza, ha già replicato prontamente tessendo, al contrario, le lodi di una campagna di tesseramento mai così «trasparente» da 15 anni a questa parte. E rilancia così la palla in campo avversario, dove però non rimane a lungo. A rispondere a stretto giro è, infatti, uno dei firmatari del ricorso, Sergio De Simone. Che rinfaccia al collega di partito il «linguaggio cifrato» – il riferimento è agli «amici degli amici» chiamati in causa da Mazzuca: «Penso che amicizia e politica siano poco conciliabili, quasi un ossimoro, perché se le posizioni e le valutazioni politiche dovessero essere frutto di vincoli “amicali” queste risulterebbero non libere, ma condizionate da interessi personali e di carriera se non frutto di prebende».

Accuse incrociate

«Sempre nella tua esternazione fai riferimento ad “anomalie nel tesseramento” – continua De Simone – se non a vere proprie pratiche di falsificazione dei dati, riferiti ad anni precedenti che tu, al contrario di me, conosci molto bene e che avresti dovuto denunciare allora e non oggi. Personalmente non conosco a quale “manipolazioni” tu faccia riferimento perché qualora ne fossi stato a conoscenza non avrei aspettato un minuto, allora e non oggi, a denunciarle pubblicamente per impedirle. Come è noto, a te e ad altri, contro tali degenerazioni ho fatto sempre le mie battaglie, combattendole a viso aperto, trovando spesso muri di gomma».

E a proposito di anni passati, De Simone sottolinea: «Il Pd in Calabria aveva allora (alle politiche 2008) 346.391 voti pari al 32,58%, oggi ne abbiamo103.315 pari al 14,36%».

L’accusa di mancanza di trasparenza viene così rispedita al mittente, che viene accusato di «pentitismo politico» – del quale non manca nella federazione cosentina «una lunga e corposa tradizione» – che però, dice De Simone, non cancella eventuali responsabilità. «Con il tuo dire mi confermi che la tua “redenzione” ed il tuo “pentimento” nel denunciare tardivamente ed a posteriori tali degenerazioni non sono garanzia di equilibrio, di trasparenza e di imparzialità, soprattutto nel ruolo importante che tu oggi ricopri come presidente della commissione provinciale per il congresso».

Sarebbe stato meglio, dichiara l’esponente democrat, «stendere un velo pietoso» sulla questione trasparenza, «onde evitare di creare ulteriori problemi ad un partito che, soprattutto in Calabria, rischia di estinguersi». Ma dato che la questione è stata tirata in ballo, si balla. «Mi corre l’obbligo – rimarca De Simone – di smentire la presunta “trasparenza” dell’oggi. Nella federazione di Cosenza al momento mancano le pur minime condizioni di agibilità politica e di garanzie democratiche e statutarie. Per parlare solo delle commissioni congressuali in nessuna delle cinque federazioni e del regionale è stato nominato uno e dico uno membro nella commissione per il congresso che faccia riferimento alla mozione Cuperlo. Ci è stato perfino impedito in alcune federazioni l’accesso all’anagrafe degli iscritti per potere verificare il tesseramento. Nella nostra federazione non è stato mai eletto l’ufficio adesioni, organo previsto dal regolamento nazionale per il tesseramento, all’articolo 8, a cui compete la verifica ed il controllo dell’anagrafe degli iscritti, solo questo basterebbe ad inficiare l’anagrafe dei tesserati. Il controllo e la verifica sono stati affidati arbitrariamente, non so da chi, a Daniele Intrieri tesoriere del partito. Non è un caso che nella nostra federazione siano stati “bannati” (scomparsi) alcuni tesserati della mozione Cuperlo già inclusi nell’anagrafe degli iscritti senza alcuna motivazione regolamentare. In un comune, Aiello Calabro, nell’ultimo giorno gli iscritti sono più che raddoppiati passando da 48 a 100 in un rapporto iscritti voti di una tessera ogni 2/3 voti».

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«Bisogna ripristinare l’agibilità politica»

Insomma, prima ancora che darsi battaglia per le mozioni, a Cosenza – e in Calabria in generale – servirebbe, per De Simone «ripristinare l’agibilità politica, le regole democratiche e statutarie di libertà di militanza e partecipazione».

«Dagli anni del commissariamento ad oggi decidono in solitudine sempre gli stessi e non solo a Roma, ma soprattutto in Calabria con i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti – aggiunge –. Altro che congresso costituente, qui in Calabria parlerei di commissariamento del partito in salsa calabrese».

E ancora: «Smettiamola di agitare lo spettro di Oliverio per chiamate di correo tra sodali per continuare a praticare i propri interessi personali di carriera politica ed istituzionale. La storiella non regge più. Questo gruppo dirigente deve dimostrare di avere superato il complesso di Edipo e produrre politica in Calabria e nelle istituzioni per difendere gli interessi della nostra regione e soprattutto dei più deboli, socialmente ed economicamente».

E poi la stoccata finale: «Più che me, caro Mazzuca, dovreste convincere la candidata Schlein che in un intervento a Cagliari ha sostenuto: “Non vogliamo vedere i soliti giochini di pacchetti di tessere. Saremo i più forti avversari di quelle dinamiche che spesso hanno allontanato le energie migliori” riferendosi alla Campania ed alla Calabria».