Ha assunto i contorni del giallo la vicenda della realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza di cui si parla dal 2011. Una storia in cui questione tecnica e questione politica si sono sempre intrecciate. Allora premier era Matteo Renzi e al governo della Regione Mario Oliverio. I due siglarono il Patto per la Calabria, finanziato dal Cipe, che prevedeva un bel po’ di cose, fra cui il finanziamento dello studio di fattibilità dell’Alta velocità in Calabria; ma questa è un’altra storia.

Per restare all’ambito sanitario, il Patto finanziava per 245 milioni il nuovo nosocomio cosentino, con la previsione di un project financing per almeno altri 100 milioni di euro. Il piano prevedeva come obiettivo la fine della progettazione nel 2017 e la fine dei lavori, per scherzo del destino, in questi mesi ovvero nel 2023.

Il problema è che a Cosenza si è perso tempo per discutere dell’ubicazione del sito. Il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, era convinto della necessità di costruire la struttura nel perimetro urbano di Cosenza e vedeva in Vaglio Lise l’area più idonea per una serie di motivi.

Il primo, più banale, è l’infrastrutturazione visto che a Vaglio Lise c’è la stazione ferroviaria e che viene attraversato dalla Ss 107 che poi a Rende si incrocia con l’autostrada. Ma il progetto non convinceva l’allora sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. L’architetto preferiva rigenerare il vecchio plesso dell’Annunziata e portare i padiglioni ospedalieri su per Colle Muoio. La ragione principale adotta da Occhiuto è che il trasferimento dell’ospedale avrebbe portato alla desertificazione del quartiere che oggi ospita la struttura. Anche su questo però arrivava una soluzione.

Attraverso un accordo con l’Inail, la Regione riusciva a reperire altri 45 milioni di euro. Lo scopo? Trasformare i vecchi plessi dell’Annunziata nella Cittadella dei Servizi per l’Asp con poliambulatori, diagnostica, day hospital ecc. Questo non solo permetteva di salvare il quartiere ma anche di far risparmiare all’Asp cosentina qualcosa come 800mila euro l’anno di fitti passivi.

Sembrava tutto perfetto, ma qualcosa a quel punto si è inceppato. Nonostante gli inviti pressanti della Regione, il Comune di Cosenza non si presentava alla Conferenza dei Servizi e nicchiava sul da farsi.

Ne nacque un lungo braccio di ferro istituzionale fin quando la Regione decise di avviare uno studio di fattibilità. Per esso furono stanziati poco meno di 500mila euro affidati ad una società specializzata in edilizia sanitaria. Nello studio si chiedeva di valutare quale fosse la migliore ubicazione possibile fra Vaglio Lise, Colle Muoio o qualsiasi altra area nel perimetro urbano di Cosenza. Non si prendeva quindi in considerazione l’ipotesi di un ospedale da far nascere nei pressi dell’università di Rende. Lo studio, molto dettagliato, indicava Vaglio Lise come luogo ideale.

L’allora consiglio comunale di Cosenza, all’epoca, non volle sentire ragioni e deliberò invece la costruzione dell’ospedale a Colle Muoio. Il che ha interrotto il percorso poi ripreso dall’amministrazione Caruso che con una nuova delibera optava per Vaglio Lise. Non solo ma il due luglio scorso il sindaco Caruso organizzò una conferenza stampa mostrando proprio i rendering di quello studio di fattibilità. Nel corso dell’incontro si esaltava la bontà di un progetto che oltre a realizzare l’opera finiva per riqualificare il rapporto fra via Popilia e la città. L’annuncio era chiarissimo: «ospedale pronto entro il 2026».

Due giorni fa, invece, il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Mazzuca, ha presentato, con una certa enfasi, un cronoprogramma dell’Inail che prevede, solo per completare la progettazione, il 2027. Una dichiarazione che ha creato un piccolo cortocircuito nella stessa maggioranza, con il gruppo consiliare del Pd che salutava positivamente la notizia e il sindaco Franz Caruso decisamente molto meno soddisfatto. Le parti si sono chiarite subito con comunicati al miele e quindi è da escludersi la questione politica. Resta tutta quella tecnica: che fine hanno fatto i fondi del Patto per la Calabria? Sono stati definanziati?

Sullo sfondo c’è anche la questione della facoltà di Medicina all’Unical che ha un protocollo d’intesa con l’Annunziata e sogna di poter avere, nel più breve tempo possibile, a disposizione un policlinico nuovo di zecca. C’è chi scommette che mentre Cosenza discute, Arcavacata possa mettere la freccia.