Il progetto del Ponte sullo Stretto è in gran rispolvero. Ne avevamo parlato solo poche settimane fa quando era solo un venticello che spirava dalla Sicilia, alimentato dall’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone che l’aveva chiamata «la madre di tutte le battaglie» (LEGGI QUI LA NOTIZIA https://www.cosenzachannel.it/2020/05/27/il-ponte-sullo-stretto-torna-sulla-scena/).

Piano piano, l’idea si è insinuata (di nuovo) infiltrandosi tra le pieghe della politica calabrese, e domani la mozione sarà discussa in consiglio regionale per iniziativa di Tallini, come 22esimo punto all’ordine del giorno. Last but not least.

I progressi della tecnologia per combattere i venti

Cosa propone Tallini? Semplice: usare le risorse del Recovery Fund per una riprogettazione del Ponte sullo Stretto (un’altra) tenendo conto che la tecnologia ha fatto passi da gigante nel settore edile «per la realizzazione di ponti di lunghezza anche maggiore di quella prevista per il collegamento Calabria-Sicilia». Progressi che consentono, secondo Tallini, di superare «le criticità finora emerse per quanto riguarda l’impatto con i venti e l’ottimizzazione del tracciato».

Insomma, il presidente del Consiglio regionale calabrese, nel solco di una tradizione consiliare granitica, vuole aprire il famigerato tavolo di confronto. Commensali: enti territoriali interessati e la città metropolitana di Reggio Calabria. A capotavola: Regione Calabria e Regione Sicilia.

Una mano dal governo

Tallini chiede al Governo di inserire il progetto tra le grandi opere strategiche su cui fondare la ripresa del Paese nel dopo emergenza Covid 19. Anche perché, a leggere la nota, proprio il recente dibattito non è che una prova provata che l’idea va rivalutata alla luce degli apprezzamenti bipartisan del progetto.

«Un’opera così ardita, ambiziosa e monumentale costituirebbe anche uno straordinario elemento di attrattività per il turismo mondiale» fermo restando che «il progetto esecutivo dell’opera – che prevede il collegamento tra Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia mediante un ponte sospeso a campata unica (3.300 m ) con sei corsie di traffico stradale e due binari di traffico ferroviario di 3.666 m di lunghezza complessiva, sostenuta da due piloni alti 398 m (376 m s.l.m.) posti sulle sponde della Calabria e della Sicilia – ha evidentemente bisogno di una rivalutazione». Che tradotto significa: mano ai righelli, si ricomincia.