Il capogruppo uscente commenta la sua mancata candidatura alla Regione: «Decisione ponderata da tempo. Io in campo alle prossime politiche? Nessun calcolo, né previsione»
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Non compare nella lista del Partito Democratico ed è già questa una notizia. Sono servite riunioni su riunioni e due direzioni, una provinciale e una regionale, per certificare la non candidatura di Mimmo Bevacqua all’imminente tornata elettorale. Roma c’ha messo lo zampino, ma il capogruppo uscente a Palazzo Campanella sostiene di «non aver subito decisioni», ma di «aver ponderato da tempo la scelta». Il dirigente dem sgombra poi il campo da qualsiasi insinuazione e annuncia pieno sostegno ai colleghi che concorreranno al fianco di Pasquale Tridico.
Bevacqua, tuttavia, tra le righe lancia un messaggio. Sperava che l’istanza di rinnovamento «fosse colta da tutti» ma così non è stato. In vista dell’apertura delle urne spera che i calabresi scelgano di voltare pagine dopo «la gestione fallimentare del centrodestra testimoniato da tutti gli indicatori socio economici»
Dopo tre elezioni consecutive, stavolta farà il tifo dall’esterno. Che effetto fa?
«Sono stati anni intensi, vissuti dentro le Istituzioni sempre con grande senso di responsabilità e con la consapevolezza di rappresentare la mia Comunità e l’intera Calabria per le quali mi sono sempre battuto. È naturale che arrivi il momento di lasciare spazio ad altri. Non c’è malinconia, piuttosto la soddisfazione di aver svolto fino in fondo il mio compito con risultati che sono facilmente documentabili e la convinzione che il rinnovamento sia un valore. Da fuori continuerò a dare una mano, perché la politica non si esaurisce con la fine di un mandato e l’impegno per il territorio è una vocazione. È poi deluderei i tanti miei amici che votano la persona....».
Roma ha dato un’indicazione sul suo nome. È giusto dire che ha subito la decisione del partito, ma alla fine l’ha condivisa?
«Far parte di un partito, non vuol certo dire essere soldatini obbedienti e passivi; specialmente se questo Partito si chiama Democratico. La mia scelta è stata ponderata ed è maturata in un contesto di un percorso che poteva diventare tortuoso. Se si dimentica che la politica è innanzitutto servizio, si rischia di deragliare nell’egoismo. Il mio impegno proseguirà con la stessa passione di sempre, certo del sostegno e della vicinanza della segreteria regionale e nazionale. Quindi nessuno ha subito nulla. Si tratta di una decisione personale che ho maturato nel tempo, ma fin dall’inizio ho detto che il tema vero non è il destino personale di Mimmo Bevacqua. Mi auguro solo che tale mia decisione aiuti a recuperare quello spirito di comunità oggi smarrito».
C’è chi dice che alle prossime politiche sarà in prima fila . È vero?
«Non faccio calcoli, né previsioni. Posso semplicemente dire che in queste ore ho ricevuto attestati di stima e di vicinanza dai massimi livelli nazionali del partito attraverso messaggi o telefonate che mi hanno ridato la carica giusta per affrontare con determinazione la campagna elettorale. Ero assolutamente certo della mia rielezione in Consiglio, ma ho scelto di cedere il passo. Il mio impegno oggi è volto a sostenere i candidati del Pd e la coalizione di centrosinistra alle regionali. Poi il futuro appartiene alla politica e alle sue dinamiche, non certo a progetti personali. La mia disponibilità a dare un contributo c’è sempre stata e ci sarà, nell’interesse esclusivo dei calabresi e del bene comune».
Che liste ha allestito il PD nelle tre circoscrizioni? È soddisfatto?
«Siamo stati in una fase emergenziale e non è stato facile costruire liste aperte, plurali e rappresentative dei vari territori. Una candidatura alle regionali non si improvvisa. Avrei certo preferito che quella istanza di rinnovamento che sale dalla base fosse colta da tutti ma, a quanto pare, l’ascolto quotidiano dei territori e delle comunità non è un’abitudine di tutti. E ne approfitto per fare un in bocca a lupo sincero ai miei colleghi consiglieri regionali ricandidati».
Qualcuno non si è candidato perché non ha visto rinnovamento, che si sente di commentare?
«Il rinnovamento non è mai indolore. La mia scelta dimostra che si può fare un passo indietro per favorirlo. Certo, non tutti hanno condiviso lo stesso percorso, e questo fa parte della fisiologia di un partito grande e plurale. L’importante è che alla fine il Pd abbia presentato liste in grado di guardare al futuro con serietà e che il rinnovamento venga perseguito con coraggio anche nel prossimo futuro. Rinnovamento da me inteso non come semplice sostituismo ma come la selezione e valorizzazione dei migliori».
È d’accordo nell’affermare che ai nastri di partenza il centrodestra presenti liste più muscolose, mentre il centrosinistra abbia Tridico come top player?
«Il centrodestra è abituato a mettere insieme cartelli elettorali, ma quello che conta non è la quantità: è la qualità del progetto politico. Pasquale Tridico è una candidatura autorevole, che dà forza e respiro alla coalizione. In Calabria servono idee nuove e credibili, non solo pacchetti di voti. Per questo penso che la nostra proposta possa davvero interpretare la voglia di cambiamento dei calabresi».
Per Bevacqua come finirà il 5 e 6 ottobre?
«Lo decideranno i calabresi con il loro voto. Io credo che questa volta ci siano le condizioni per competere fino in fondo. Vincerà chi saprà convincere la gente che è possibile governare con serietà e concretezza, senza slogan e senza illusioni. Mi auguro che il 5 e 6 ottobre la Calabria scelga il cambiamento e volti pagina rispetto a una gestione fallimentare del centrodestra testimoniato da tutti gli indicatori socio economici che pongono la nostra regione agli ultimi posti nel panorama europeo».