Il Consiglio di Stato, con sentenza pubblicata nella mattinata di oggi, accoglie definitivamente le ragioni del Comune di Amantea. Nel caso di consultazione referendaria sulla costituzione del nuovo Comune di “Temesa”, stabilisce, oltre ai cittadini del Comune di Serra d’Aiello, dovrà essere coinvolta l’intera popolazione di Amantea e non solo quella indicata dai proponenti come appartenente alla frazione di Campora San Giovanni.

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Un pronunciamento, quello dei giudici ultimi della giustizia amministrativa, che, in buona sostanza, dà ristoro a tutte le eccezioni mosse dal comune nepetino, respingendo gli appelli alle due sentenze del TAR Calabria proposti, a vario titolo, dalla Regione Calabria contro il Comune di Amantea, e nei confronti del Comune di Serra d’Aiello e dall’associazione “Ritorno alle origini di Temesa” che aveva nei fatti promosso l’iniziativa di legge regionale, poi presentata e approvata dal Consiglio Regionale.

Un articolato legislativo che prevedeva il distacco della frazione di Campora San Giovanni dal Comune di Amantea e l’aggregazione della stessa al Comune di Serra d’Aiello, con la denominazione di “Temesa” del Comune derivante dalla modifica dei confini territoriali. In specie, a fronte della tesi sostenuta dai promotori della proposta di legge e ricorrenti, secondo cui non si trattava della nascita di un nuovo Comune ma della modifica dell’area territoriale di Serra d’Aiello e di Amantea tramite l’aggregazione alla prima della frazione di Campora San Giovanni, e al quale referendum consultivo non s’imponeva necessariamente il coinvolgimento di tutta la popolazione ma solo di quella che presenta un interesse qualificato alla variazione territoriale, i giudici di Palazzo Spada hanno ritenuto le motivazioni addotte infondate, riconoscendo definitivamente proprio l’interesse in questione e la partecipazione alla consultazione dell’intera popolazione di Amantea.

«I giudici del Consiglio di Stato hanno pienamente accolto le nostre tesi, mettendo la parola fine sui tanti aspetti della delicata e complessa vicenda della nascita del nuovo Comune di Temesa – afferma il sindaco di Amantea Vincenzo Pellegrino -. La sentenza pubblicata stamane individua come infondate le motivazioni a sostegno dei ricorsi prodotti dalla Regione Calabria e, a diverso titolo, dal Comune di Serra d’Aiello e dell’associazione “Ritorno alle origini di Temesa”.

Abbiamo sempre e convintamente ritenuto che la proposta di legge fosse viziata da tesi inaccettabili – aggiunge – quale, in primis, quella che non ci fosse un interesse qualificato della popolazione di Amantea ad esprimersi sul quesito referendario, di cui, invece, mai abbiamo contestato la legittimità democratica.

Molte riserve, tuttavia, abbiamo sempre espresso sulle evidenti e improprie strumentalizzazioni politiche che via via si sono avvitate sull’iniziativa. Abbiamo dovuto resistere, a ragione, in punto di diritto, non certo, dunque, come atto di arroganza e prevaricazione del sindaco di Amantea, che di contro conserva un sacrale rispetto dei principi democratici, ma nella convinzione, radicata, che ogni atto e comportamento deve sempre essere rispettoso della legge, degli interessi preminenti della città, della sua storia, e soprattutto dei cittadini, tutti, a cominciare dagli stessi camporesi, in tanti, che non sono d’accordo con la proposta di legge in questione, e verso i quali dobbiamo sempre rispondere delle nostre azioni.

Non rinunciamo, dunque, alla nostra convinta volontà di vedere Amantea e Campora continuare a essere un’unica città proiettata nel futuro, verso lo sviluppo che merita, senza il gravame del dissesto economico-finanziario dal quale, come amministrazione comunale, stiamo facendo tutto il possibile per uscire. Nel rivolgerci al giudice, con la condivisione dell’intero Consiglio comunale – conclude il sindaco – ora possiamo affermarlo con certezza, abbiamo evitato un errore di cui la storia ci avrebbe chiesto conto per sempre».