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Sono circa diecimila i ragazzi in Calabria che hanno un disturbo specifico dell’apprendimento che non è stato diagnosticato. Una delle percentuali più alte in Italia. Un dato preoccupante visto che la tempistica della diagnosi è fondamentale per poter intervenire con successo. Il problema sta nella scuola, ma anche nel nostro sistema sanitario che anche in questo campo mostra tutti i suoi limiti nonostante il massiccio investimento che ha appena stanziato la Regione in materia.
Ne abbiamo parlato con Teresa D’Andrea, presidente dell’associazione Potenziamenti, che si occupa proprio del supporto alle famiglie di questi ragazzi. D’Andrea sottolinea come sia importante intervenire il prima possibile per evitare che i disturbi dell’apprendimento finiscano per trasformarsi in altro, a partire da una scarsa stima di se stessi per finire a vere e proprie forme di depressione.
La presidente dice che c’è bisogno di un cambio culturale anche da parte delle famiglie che spesso sottovalutano il problema oppure lo negano appunto per retaggio culturale. Peggio ancora è sostituirsi ai figli per esempio nello svolgimento dei compiti scolastici. Più che i compiti, i genitori dovrebbero piuttosto sforzarsi di trasmettere ai ragazzi un vero e proprio metodo di studio. Da parte sua la scuola dovrebbe porre maggiore attenzione a questo tipo di problematiche cercando di segnalarle il più tempestivamente possibile alla famiglia. Solo attraverso una sinergia fra i vari attori coinvolti (scuola, famiglia, servizio sanitario) si riescono a mettere in campo buone pratiche per aiutare i ragazzi nel loro percorso di apprendimento.