Riceviamo e pubblichiamo la replica dell’avvocato Ennio Abonante relativameme alle dichiarazioni rese dal direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano, circa la situazione dell’emodinamica a Paola.

Le dichiarazioni del direttore generale dell’ASP di Cosenza, riferite alla mancata attivazione del servizio di emodinamica presso la cardiologia di Paola, meritano una ferma presa di posizione, visto che nel 2021, da paziente, sono stato vittima di questa malasanità ed ho immediatamente denunziato la necessità di dotare il reparto dell’emodinamica. Graziano, dopo la fantozziana apparizione in un servizio del TG3 nazionale, in cui ha, addirittura, smentito se stesso, negando di avere autorizzato l’acquisto delle attrezzature, provato documentalmente dalle delibere da lui stesso firmate, riprese nel filmato, è incappato in un gravissimo scivolone ed ha dichiarato che l’iniziativa a favore dell’attivazione del servizio, supportata anche da associazioni di pazienti e sindaci del Tirreno, è “finalizzata a costruire esclusivamente percorsi professionali individuali”.

Quelle affermazioni sono gravissime e devono portare alle sue dimissioni, poiché ledono l’onestà professionale ed intellettuale dei sanitari, dei pazienti componenti le associazioni e dei sindaci, che stanno richiedendo a gran voce quel servizio. Chi si permette di fare questo tipo di affermazioni, non può ricoprire un ruolo tanto importante, da cui dipende la salute di tutti noi. Invece di manifestare il suo plauso ai medici che vogliono incrementare la già elevata qualità delle prestazioni del reparto di cardiologia, li ostacola con mille inesistenti problematiche ed in maniera subdola, li denigra.

La d.ssa Manes ricopre la figura apicale dell’organizzazione aziendale, avendo superato una selezione pubblica per direttore di Unità operativa complessa; altrettanto vale per il dr Rosselli, che svolge le pratiche di emodinamica da oltre venticinque anni, il cui curriculum è pubblico e non ha ambizioni professionali, ma vuole svolgere il lavoro per il quale ha studiato per tanti anni e che oggi i burocrati come Graziano gli vogliono impedire di svolgere.

Del resto è notorio che entrambi i professionisti ricoprono i rispettivi incarichi, non grazie a meriti politici, ma sulla base di titoli accademici ed esperienze professionali maturate sul campo. Stigmatizzo, quindi, le delazioni, che provenendo dall’organo apicale dell’ASP, devono comportare le sue dimissioni immediate, per inadeguatezza ed incapacità manifesta. Il dott. Graziano, non può offendere l’intelligenza dei cittadini e di chi scrive, perché dietro la mia iniziativa c’è uno studio approfondito della materia ed una specializzazione e gli consiglio di evitare di avventurarsi su questo terreno, che per lui è ostico e si è dimostrato “molto scivoloso” visto che le improbabili giustificazioni fornite certificano la sua inadeguatezza e la necessità di un cambio al vertice dell’azienda sanitaria.

È grave che confonda la rete di emergenza urgenza prevista per la SCA, sindrome coronarica acuta, con l’attività ordinaria. Seguendo pedissequamente il comunicato stampa, confermo che l’ASP diretta da Graziano, ha impegnato e speso circa due milioni di euro per la realizzazione di un open space dove è ospitata la nuova UTIC, propedeutica e di supporto all’emodinamica; è stata ristrutturata la sala operatoria esistente ed adeguata alle normative vigenti; è stata realizzata una nuova sala operatoria, nel rispetto di tutte le prescrizioni e le caratteristiche previste per le sale di emodinamica, tant’è che ha ricevuto il collaudo e l’agibilità da parte della apposita commissione tecnica dell’ASP, sala che se non può essere destinata a quelle prestazioni, probabilmente nelle intenzioni di Graziano potrebbe servire per la prossima Champions League, visti i giganteschi monitor; sono stati acquistati due angiografi, uno dei quali è costato, compresi gli accessori, mezzo milione di euro circa, perché è modernissimo ed ha caratteristiche per l’utilizzo in emodinamica, per come indicato nella delibera a sua firma, apparecchio che fra poco diventerà vetusto ed obsoleto, mentre per l’elettrostimolazione può essere utilizzato il secondo angiografo.

Graziano continua a citare come un mantra il DM 70/2015 e ripete che l’emodinamica presso l’ospedale di Paola è stata bocciata dal Ministero, in quanto il bacino di utenza è inferiore a 300.000 persone, ma mente sapendo di mentire, perché quella norma non si applica alle prestazioni in regime ordinario, ma solo alla rete della emergenza urgenza. A parte che è incostituzionale, perché creerebbe discriminazioni e cittadini di serie A e di serie B, violando il combinato disposto degli articoli 3 e 32 della costituzione che sanciscono, rispettivamente, il principio di uguaglianza ed il diritto alla salute.

Mi chiedo perché un cittadino che abita a Cosenza o a Catanzaro che accusa una SCA può essere curato in 90’, tempo previsto dalle linee guida ed un paziente che abita nelle aree interne, dopo giorni o settimane? Tanto e vero che sono sempre più numerose le ASP di altre regioni, in cui sono stati attivati punti di emodinamica con meno di 300.000, cittadini, inseriti anche nella rete dell’emergenza urgenza. Il direttore generale, poi, dovrebbe conoscere il territorio, che è composto da 33 comuni che nel periodo estivo ospita fino a due milioni di abitanti; si estende per oltre cento chilometri in lunghezza ed in larghezza si sviluppa fino all’entroterra ed ha una particolare orografia e la viabilità è molto precaria, per cui un solo punto di emergenza urgenza, il Tirrenia Hospital, non è sufficiente.

A questo proposito voglio sgombrare il campo da equivoci di natura campanilistica e da contrapposizioni che non esistono, perché la richiesta non è ad excludendum, ma ad adiuvandum, nel senso che l’attivazione dell’emodinamica a Paola non deve escludere quella esistente a Belvedere ed anzi si potrebbe creare una collaborazione tra pubblico e privato per migliorare il servizio.

Ricordo, inoltre, a chi ha la memoria corta, che nel 2002, quando nel reparto di cardiologia dell’Ospedale di Paola non vi erano le condizioni oggettive e soggettive per avviare l’emodinamica, insieme a tanti amici e pazienti, abbiamo costituito una associazione denominata “Salviamo il cuore sul tirreno cosentino”, grazie alla quale, dopo numerose iniziative, è stato ottenuto addirittura l’accreditamento regionale dell’emodinamica presso l’ex Clinica Tricarico oggi Tirrenia Hospital, per cui il mio operato è sempre stato coerente e finalizzato al bene dei cittadini, indipendentemente dal territorio.

Sgombrato il campo anche da queste errate presunzioni, l’emodinamica viene erroneamente definito un servizio, ma è solo un atto medico diagnostico, la coronarografia, con cui si indaga sullo stato delle coronarie ed uno, eventualmente, interventistico terapeutico, che consiste nell’applicazione di stendt per consentire la ripresa della perfusione sanguigna.

E questi due atti medici, in regime ordinario, non necessitano di nessuna autorizzazione ministeriale perché il DM 70/2015, che Graziano menziona a mò di giaculatoria, non pone alcun veto in tal senso; il reparto di cardiologia di Paola ha in organico dodici cardiologi e, quindi un team che è in grado di eseguire quelle prestazioni e di fare fronte anche ad eventuali emergenze e non è vero che sono necessari otto emodinamisti, per come dedotto, da Graziano che, ripeto, confonde l’emergenza urgenza h/24, con il regime ordinario per l’esercizio del quale è necessario che il reparto sia dotato dei requisiti oggettivi, strutture ed attrezzature a norma e collaudate, come quelle di Paola e requisiti soggettivi, presenza in organico di medici emodinamisti, ed anche questo requisito è rispettato.

Voglio sperare di avere chiarito, definitivamente, in punto di diritto, che non esistono motivi di natura giuridico amministrativa, dietro ai quali si nasconde l’ASP, che ostano all’inizio dell’attività di emodinamica in regime ordinario perché la mancata attivazione è dovuta solo ad una precisa scelta politica, dettata da non so quale ragione, lecita o illecita, che non sta a me individuare, ma agli organi istituzionalmente preposti a questo compito.