Il Pronto Soccorso dell’Annunziata di Cosenza non è solo un luogo di sofferenza fisica, ma anche psicologica verrebbe da dire considerate le condizioni in cui si trova il reparto. Già il docente Unical Francesco Aiello, lo scorso 4 dicembre aveva pubblicato una sorta di invettiva sui social.

«Soddisfare il diritto alla sanità è diventato una chimera e non si intravede alcunché per migliorare lo stato delle cose», denuncia il docente di Politica economica all’Unical ed ex candidato alla presidenza della Regione Calabria con la lista Calabria Civica in alleanza con il Movimento cinque stelle.

Secondo Aiello, «la società civile supinamente accetta tutto, in silenzio.  È come se si normalizzasse il disagio, la marginalità, la sofferenza sulla sofferenza.  I più fortunati trovano scorciatoie anche per una banale visita.  Gli altri attendono ore, a volte anche due giorni per un emocromo.  Per una visita radiologica.  In silenzio. Disillusi».  Seguivano foto che i cosentini purtroppo conoscono bene: una barella dopo l’altra in un corridoio, pazienti con le flebo attaccate al braccio o seduti su una carrozzella, in un’attesa che è difficile quantificare.

Anche ieri una nostra lettrice ha inviato delle foto dal Pronto Soccorso dalle quali emerge in quali condizioni pazienti e i loro parenti sono costretti a sobbarcarsi l’interminabile attesa. Lei dice di essere rimasta al Pronto Soccorso per una semplice diagnosi dalle 14,30 di ieri fino alle sette di questa mattina. Ma come dicevamo il problema non è solo l’attesa ma anche il luogo.  «Pazienti doloranti costretti a stare sulle panchine o sedie a rotelle scassate per giornate e nottate intere ,oppure se si è fortunati sulle barelle, corridoi pieni di sofferenza». Seguono foto anche della sala d’attesa per i parenti dei pazienti con sedie ormai inservibili, carrozzine senza rotelle, panchine rotte. «,bisogna fare qualcosa, ci vuole una rivolta, non si può andare avanti così…»., scrive la signora.
Difficile però che la situazione possa cambiare nel breve periodo. L’ospedale civile dell’Annunziata è alle prese infatti non solo con carenze di organico per la struttura, ma anche con una carenza di fondi al punto che il commissario De Salazar ha dovuto approntare un piano di rientro dal debito per il nosocomio. Ma la situazione è davvero inaccettabile in un paese civile. Qualcuno dovrebbe davvero farsene carico, anche al di fuori dei rituali convegni.