Negli ultimi anni, la Calabria, e in particolare la provincia di Cosenza, è diventata una meta privilegiata per migliaia di giovani sudamericani, soprattutto argentini, che desiderano ottenere la cittadinanza italiana attraverso il principio dello ius sanguinis. Questo fenomeno, noto come “ritorno degli oriundi”, sta trasformando piccoli borghi calabresi come San Lucido, Fiumefreddo Bruzio, Lago e Longobardi in veri e propri punti di riferimento per chi cerca di riconnettersi con le proprie radici italiane.

Quando l’Argentina vinse i Mondiali a dicembre del 2022 in Qatar, al centro di Cosenza si fece festa con più di cento giovani in visibilio per le magie di Messi e Di Maria. Erano riuniti in un locale sull’isola pedonale. Fu segno di un’integrazione automatica al passo con i tempi e con un mondo che scorre a velocità elevatissima nel segno dello scambio culturale e della libera circolazione. In questo articolo esploriamo le ragioni di questa migrazione, il processo burocratico, le implicazioni socio-economiche e l’impatto sulla regione.

Perché gli argentini e i sudamericani scelgono la Calabria per la cittadinanza?

La Calabria attrae i giovani argentini per diversi motivi. Innanzitutto, la regione vanta una storia di emigrazione verso l’Argentina, iniziata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, quando milioni di italiani, molti dei quali calabresi, cercarono fortuna in Sudamerica. Oggi, i loro discendenti sfruttano il principio dello ius sanguinis, che consente di ottenere la cittadinanza italiana dimostrando un legame di sangue con un avo italiano, senza limiti generazionali, a patto che nessuno nella linea di discendenza abbia rinunciato alla cittadinanza.

Inoltre, la Calabria offre procedure burocratiche relativamente rapide rispetto ad altre regioni italiane o ai consolati italiani in Argentina, dove i tempi di attesa possono superare i cinque anni. Comuni come San Lucido e Longobardi hanno guadagnato fama per la loro efficienza, attirando un numero crescente di richiedenti. Infine, il costo della vita contenuto e la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili rendono la regione una scelta pratica per chi deve risiedere in Italia. Finora bastavano per 6-8 mesi, il periodo medio necessario per completare la pratica, adesso con le nuove legge 2 anni.

Il processo per ottenere la Cittadinanza italiana

Ottenere la cittadinanza italiana richiede una serie di passaggi ben definiti. Ecco una panoramica del processo:

  1. Raccolta dei Documenti: I richiedenti devono presentare certificati di nascita, matrimonio e morte degli ascendenti, insieme a un certificato di non rinuncia alla cittadinanza italiana, ottenibile tramite il consolato argentino. Tutti i documenti devono essere tradotti in italiano e legalizzati con l’apostille.
  2. Iscrizione Anagrafica: È necessario stabilire la residenza in un comune calabrese, come ad esempio quelli della provincia di Cosenza. Questo richiede un permesso di soggiorno, spesso per motivi turistici, valido per almeno tre mesi. L’iscrizione anagrafica è un requisito fondamentale per avviare la procedura.
  3. Presentazione della Domanda: La richiesta di riconoscimento della cittadinanza viene presentata al sindaco del comune di residenza, che verifica la documentazione. In comuni come San Lucido, gli uffici anagrafe dedicano giornate specifiche per gestire l’alto volume di pratiche.
  4. Attesa e Verifiche: Il processo può durare da pochi mesi a un anno, a seconda dell’efficienza del comune e della completezza dei documenti. Una volta approvata, la cittadinanza viene riconosciuta senza necessità di giuramento per i casi ius sanguinis.

Ius sanguinis, di recente sono cambiate le regole

Il 28 marzo il Consiglio dei ministri ha adottato il cosiddetto “pacchetto cittadinanza” che va a riformare la disciplina in materia di Ius sanguinis. Due le fasi: subito in vigore il decreto legge con cui si prevede che gli italo-discendenti nati all’estero possano avere la cittadinanza solo se hanno almeno un genitore o un nonno nato in Italia. Nella seconda fase poi ecco due disegni di legge: con il primo si vanno ancor di più a stringere le maglie: ad esempio è introdotto il requisito della “residenza qualificata” ossia la necessità di vivere in Italia per almeno due anni continuativi.

E ancora, si impone ai cittadini nati e residenti all’estero di mantenere nel tempo legami reali con il nostro Paese, esercitando i diritti e i doveri del cittadino almeno una volta ogni venticinque anni. Con il secondo disegno di legge inoltre cambiano anche le procedure per il riconoscimento della cittadinanza: i residenti all’estero non si rivolgeranno più ai consolati, ma ad un ufficio speciale centralizzato alla Farnesina

Tanti cambiamenti, insomma. Che non sono stati accolti bene dalla vasta comunità di italo-discendenti che vivono all’estero. Di «drastica svolta» e «cattiva notizia» hanno parlato i quotidiani argentini. In Brasile, su siti e blog dedicati all’“italianità” si è andati ancor più pesante: «Il decreto che esclude la cittadinanza italiana discrimina e oltraggia i discendenti», «è una rottura unilaterale del patto tacito tra l’Italia e la sua diaspora», «ci condannano a diventare stranieri», si legge tra le altre cose, con toni mai troppo teneri.

L’impatto socio-economico nella provincia di Cosenza

Fatto sta che il fenomeno degli argentini in cerca di cittadinanza in Calabria ha generato un impatto significativo. Da un lato, l’arrivo di giovani sudamericani ha rivitalizzato l’economia di piccoli borghi. A San Lucido, ad esempio, il numero di abitanti è aumentato da meno di 6.000 a oltre 7.000 tra il 2020 e il 2024, invertendo il trend di spopolamento che affligge la regione. Gli affitti, spesso di case sfitte, hanno creato un nuovo mercato immobiliare, mentre bar, ristoranti e negozi locali beneficiano della presenza di questi “nuovi residenti”.

Dall’altro lato, il fenomeno ha sollevato alcune criticità. Molti argentini, una volta ottenuta la cittadinanza, lasciano la Calabria per trasferirsi in altri paesi europei, come Spagna o Germania, sfruttando i vantaggi del passaporto italiano, considerato uno dei più “potenti” al mondo. Questo ha portato a percepire la regione come una mera “tappa burocratica”, suscitando dibattiti tra i residenti locali, già colpiti da disoccupazione ed emigrazione giovanile.

Le storie dei giovani argentini in Calabria sono spesso cariche di emozione. Tuttavia, non mancano le difficoltà: la burocrazia può essere complessa, e i costi, che includono viaggio, affitto e documenti, possono superare i 4.000-5.000 euro a persona. Inoltre, casi come quello di Longobardi, dove nel 2024 la ricezione di nuove pratiche è stata sospesa per l’eccessivo volume di richieste, hanno generato preoccupazioni tra i richiedenti, molti dei quali avevano già investito in affitti e biglietti aerei.

Opportunità per la Calabria oltre la cittadinanza da concedere agli argentini e ai sudamericani

Il viaggio degli argentini in Calabria per la cittadinanza italiana è un fenomeno complesso, che unisce radici storiche, aspirazioni personali e dinamiche socio-economiche. La provincia di Cosenza, con i suoi borghi accoglienti e procedure efficienti, si è affermata come una destinazione chiave per i discendenti degli emigrati italiani. Tuttavia, per massimizzare i benefici di questa “invasione silenziosa”, è necessario bilanciare le esigenze dei nuovi arrivati con quelle delle comunità locali, trasformando la Calabria non solo in una tappa, ma in una casa per chi cerca un futuro migliore.

Gli argentini e più in generale i sudamericani arrivati in provincia di Cosenza e in Calabria per ottenere la cittadinanza italiana, non sono stati affatto un problema. Hanno popolato i centri storici ormai quasi disabitato e lavorato nei locali e nelle attività del territorio. Non è mancato l’impegno nel volontariato: più volte si sono organizzati e hanno ripulito spiagge e strade, alcuni hanno realizzato murales e altre installazioni colorate. Insomma, hanno contribuito a rendere più bello quello che per qualche mese è stato anche il loro paese. Per qualche mese sì, perché una volta ottenuta la cittadinanza la scelta per loro è quella di migrare ulteriormente, spostandosi al Nord o in altri Paesi europei