Oggi il frate ultrà avrebbe compiuto 88 anni. La presidente dell’associazione Il Paradiso dei Poveri: «Impossibile abituarsi alla sua assenza, ma portare avanti i nostri progetti in Africa mi dà una grande forza»
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«I tuoi sandali hanno lasciato orme incancellabili». Teresa Boero rivolge un pensiero speciale a Padre Fedele Bisceglia, nel giorno in cui il Monaco, scomparso il 13 agosto scorso, avrebbe compiuto 88 anni. La presidente dell’associazione “Il Paradiso dei Poveri” promette: «Ogni anno il sei novembre sarà festa».
Le condizioni di salute di Padre Fedele ormai non lasciavano più spazio alla speranza, i medici erano stati chiari. Eppure Teresa Boero, sempre attaccata al suo letto d’ospedale, si ostinava a vedere uno spiraglio di luce in mezzo a tanta oscurità: «Pur consapevole della gravità della situazione, continuavo a ripetermi che Padre Fedele, un giorno o l’altro, me lo sarei riportato a casa ancora una volta».
Il Monaco non parla da giorni, ma continua a essere lucido. Teresa ricorda con commozione: «L’ultima immagine che ho di lui sono le lacrime che solcano il suo viso stanco e provato dalla malattia, appena lo imploro di non lasciarmi». Pochi giorni prima, l’arcivescovo Checchinato aveva mostrato (inutilmente) il volto misericordioso della Chiesa: «Fedele, il divieto è caduto. Potrai tornare a dire Messa in pubblico». Una concessione arrivata purtroppo fuori tempo massimo, considerato che la sua vita terrena si stava inesorabilmente spegnendo. «È stato un gesto probabilmente tardivo - ammette Teresa Boero - ma non certo per volontà del vescovo, che era sinceramente affezionato a Padre Fedele».
Il destino è segnato: il Monaco sale in cielo e l’altare aspetta inutilmente il missionario che, nonostante l’espulsione dall’ordine dei Frati Minori, non smise mai di indossare il saio francescano.
Il lutto è un tuono che squarcia l’estate dei cosentini. Il feretro del Monaco – amato osteggiato isolato e (persino) deriso - è stretto nel caldo abbraccio di Casa San Francesco, dove viene allestita la camera ardente. Sulla bara di legno povero e chiaro, un drappo rossoblù celebra l’amore sconfinato di Padre Fedele per i Lupi.
A quasi tre mesi di distanza dalla morte di Padre Fedele («una perdita che non ho ancora elaborato»), Teresa Boero accetta di raccontare quando e perché la sua esistenza incrociò quella del Monaco: «Avevo perso il lavoro da poco, e attraversavo un momento di forte difficoltà economica. Ci incontrammo a una festa patronale, lui si avvicinò e mi chiese perché fossi triste. Da allora non ci siamo più lasciati, e abbiamo vissuto in simbiosi per quasi vent’anni».
La presidente dell’associazione Il Paradiso dei Poveri non c’è ancora quando il 13 gennaio 2006 Padre Fedele Bisceglia viene arrestato con l’accusa infamante di violenza sessuale nei confronti di una suora che prestava servizio all’Oasi Francescana: «Quella vicenda giudiziaria - confessa Teresa Boero - ha minato il suo spirito e la sua salute. Diceva di continuo “Perdono, ma non condono”, e cercò disperatamente di incontrare la suora che lo aveva portato in tribunale, sperando di poterla guardare direttamente negli occhi».
L’assoluzione definitiva giunge nel 2015. Nel frattempo, però, Padre Fedele è stato allontanato dall’Oasi francescana, diventata Casa San Francesco. È lì che, rimasto senza un tetto sulla testa, il Monaco va a bussare per chiedere ospitalità e riparo. Ma il suo, ormai, è un nome che scotta: nessuno è disposto ad aprirgli la porta, e lui (per un breve periodo) finisce sotto i ponti. «Viveva in compagnia di Marco, un rumeno povero e un altro gruppo di persone. Poi, grazie all’insistenza della famiglia - continua Teresa Boero - si trasferì in un piccolo appartamento di proprietà di un parente».
La vecchia insegna - realizzata in occasione della posa della prima pietra dell’Oasi Francescana - trova posto all’ingresso del Paradiso dei Poveri che lentamente prende forma sulle colline di Donnici. «Padre Fedele non si è mai arreso. Dopo ogni caduta, lui è stato sempre pronto a ripartire e ricominciare». Teresa Boero adesso lo farà al posto suo: «In Madagascar abbiamo realizzato un dispensario, dove contiamo di portare l’energia elettrica. E poi, dovremmo costruire una scuola in una zona che si chiama Ambositra».
Per la prima volta da quando lo conosce, Teresa Boero non abbraccerà Padre Fedele per augurargli buon compleanno, mentre lui se ne sta seduto in soggiorno sulla grande poltrona: «Mi mancano il suo sorriso, le sue parole, il suo conforto e la fiducia profonda che nutriva nei miei confronti. “Quello che fai tu è fatto bene”, mi ripeteva ogni giorno».

