Il Vescovo e vice presidente della CEI lancia un appello a proteggere i giovanisssimi e costruire spazi di vera speranza. Il suo messaggio per il 2026
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Con una solenne celebrazione eucaristica nella Basilica Minore Cattedrale di Cassano allo Ionio, la comunità diocesana ha ufficialmente chiuso l’Anno Giubilare 2025. A presiedere il rito, in un clima di profonda partecipazione, è stato Mons. Francesco Savino, Vescovo della diocesi e Vice Presidente della CEI, che ha tracciato un bilancio spirituale di questo tempo di grazia, proiettando la Chiesa locale verso le sfide del futuro.
Nel corso della sua intensa omelia, Mons. Savino ha subito chiarito che la fine delle celebrazioni non coincide con la fine dell'impegno cristiano, ma ne segna un nuovo inizio. «Il Giubileo della speranza che oggi si chiude nelle chiese locali ci interroga su come da domani, dico domani, apriremo spazi sicuri di speranza e fiducia nelle nostre comunità», ha esordito il presule, sottolineando come l’Anno Santo non debba restare confinato a un «pellegrinaggio ameno nella Città eterna», ma trasformarsi in un'occasione concreta per cambiare vita.
Partendo dal Vangelo della domenica, il Vescovo ha indicato tre verbi e sostantivi che devono guidare il cammino post-giubilare della diocesi. L’imperativo "Alzati" che ricorre quattro volte nel testo evangelico riferito a Giuseppe, l’invito a superare rassegnazioni e fallimenti attraverso la misericordia. Mons. Savino ha rivolto domande pungenti ai fedeli: «Ti sei alzato dai tuoi fallimenti? Dalle tue cadute? Dalle tue pigrizie? Dalle tue rassegnazioni?».
Citando la Bolla Spes non confundit, ha ribadito che la Riconciliazione è il passo decisivo per permettere a Dio di "rialzarci"; la parola "Sogno", esortando i fedeli a desiderare una terra libera dal cancro della criminalità organizzata e dall’inquinamento; Giuseppe resta in ascolto di Dio attraverso i sogni, e il Vescovo ha esortato la comunità a recuperare questa dimensione profetica. «Sperare vuol dire anche rendere legittimi i nostri sogni, parlarne, condividerli, pensare in grande».
Mons. Savino ha poi calato il sogno di Dio nella realtà difficile del territorio calabrese: «È troppo sognare che il nostro territorio sia liberato dal cancro della criminalità organizzata e dall’inquinamento? È troppo sognare che la nostra Diocesi possa crescere nella carità e nella corresponsabilità?». E infine la figura del "Bambino", simbolo di una fragilità che va protetta per garantire un domani degno alle nuove generazioni. Il Vescovo ha richiamato la responsabilità sociale di ogni cristiano: «Quale speranza trasmetto ai miei figli e ai miei nipoti?». Ha poi citato il monito di Papa Francesco contro l'individualismo che "corrode la speranza" e rende "acidi e insofferenti".
La celebrazione si è conclusa con un mandato forte alla Chiesa locale, affinché non si chiuda in sé stessa ma diventi protagonista di una vera "alleanza sociale per la speranza" con l'invito finale di Mons. Savino che è un invito al riscatto per tutta la piana di Sibari e il Pollino, «Chiesa di Cassano all’Ionio, alzati e sogna con Dio un futuro degno per i tuoi bambini!».

