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È una smorfia tutta cosentina quella ideata dall’editore e rettore dell’Universitas Vivariensis Demetrio Guzzardi, contenuta in una speciale tombola i cui novanta numeri sono abbinati ai marcatori identitari, tanto per usare una terminologia ultimamente molto in voga alle nostre latitudini, del capoluogo bruzio. E quindi personaggi storici, monumenti, campioni dello sport, piatti tipici dell’enogastronomia locale, avvenimenti da ricordare.
Il debutto della Tombola Cusendina è stato ospitato nel centro polivalente di Via Alessandro Manzoni, nel centro storico, grazie alla sinergia attivata con il Comitato spontaneo Piazza Spirito Santo presieduto da Giannino Dodaro: «Uno dei nostri obiettivi principali è proprio quello di non disperdere le tradizioni popolari di Cosenza vecchia, dove la tombola era spesso abbinata alla esecuzione della strina. Siamo felici di poter tenere a battesimo questa particolare iniziativa in cui il momento ludico viene abbinato ad una riflessione culturale». Giannino Dodaro poi, coglie l’occasione per una valutazione sui molteplici interventi attivati nei quartieri del borgo antico «grazie ai fondi del Cis e di Agenda Urbana. Ancora si vede molto poco – sottolinea – il processo è lento però progredisce. Penso vi siano tutti i presupposti per arrivare al traguardo con risultati estremamente positivi. Ci crediamo nella possibilità che questo centro storico torni ad essere il fiore all’occhiello di Cosenza e della Calabria».

Demetrio Guzzardi ha illustrato il meccanismo che ha guidato la scelta delle immagini da abbinare ai novanta numeri: «Li abbiamo divisi in nove decine attribuendo un tema ad ogni decina. La prima identifica personaggi della cultura cosentina di ieri e di oggi. Il numero uno non poteva che essere Bernardino Telesio, il primo degli uomini nuovi. E poi in questa sezione abbiamo Aulo Giano Parrasio, Sertorio Quattromani, Tommaso Cornelio, Alfonso Rendano, Nicola Misasi, il premio oscar Tony Gaudio, fino a uomini dei giorni nostri come Coriolano Martirano, Totonno Chiappetta e Mario Gualtieri».
Nella seconda decade sono stati ricompresi i personaggi sportivi: «Il numero 11 è Emilio Morrone a cui era intitolato il vecchio stadio del centro cittadino. Non tutti ricordano che si trattava di un giovane portiere deceduto negli anni cinquanta a Scalea durante una gara dilettantistica». Questa categoria annovera poi Franco Rizzo, Walter Perrotta, Denis Bergamini, Gigi Marulla, Stefano Fiore, il campione dei motori Domenico Scola, il ciclista Pino Faraca e poi il campione di tuffi Giovanni Tocci ed il giornalista sportivo Francesco Repice.
Tra i monumenti che occupano la decina compresa tra il numero 21 ed il numero 30 spiccano il Lupo della Sila di Mimmo Rotella, la Fontana di Giugno e al numero 29, l’opera di Baccelli realizzata in memoria dei bambini morti sotto i bombardamenti del 1943 e trafugata da ignoti durante i lavori di rifacimento della piazza in cui era ospitata. «Al riguardo – ricorda Guzzardi – l’artista Aurelio Morrone ha realizzato in cartapesta una copia nelle stesse dimensioni che sarà consegnata ufficialmente all’Istituto Comprensivo dello Spirito Santo ad aprile in occasione dell’anniversario di quel tragico evento».
I personaggi politici sono racchiusi tra il numero 31 (Michele Bianchi) ed il numero 40. La scelta è ricaduta su Ministri e Sottosegretari: «Inevitabilmente è stato necessario operare una cernita – ha sottolineato ancora l’ideatore della tombola – Poi dal numero 41 abbiamo inserito i personaggi religiosi. Il primo è San Francesco di Paola. A seguire, nella cinquantina, ci sono alcuni eventi storici come la morte di Alarico e il sacrificio dei Fratelli Bandiera, arrivando poi all’alluvione del 1959 ed alla prima e unica partita disputata a Cosenza dalla nazionale di calcio. Tra i luoghi della cultura – ha spiegato ancora Guzzardi – sezione ricompresa tra il 61 ed il 70, non potevano mancare il Museo all’aperto Bilotti ed il Museo Diocesano. A seguire abbiamo inserito chiese e cappelle, compresa la vecchia Chiesa di San Nicola abbattuta per allargare Via Sertorio Quattromani».
Nell’ultima decade di numeri spazio alla enogastronomia: «In realtà molte delle pietanze indicate non sono proprio originarie di Cosenza, però sono tutte entrate a pieno titolo nella nostra tradizione popolare. Al numero 81 abbiamo messo i fusilli con la carne – dice ancora il rettore dell’Universitas Vivariensis – e a seguire il brodo alla Santè, le mazzacorde, le polpette di carne, i broccoli di rapa e salsiccia, il caciocavallo, le crocette di fichi con le noci, la zeppola di San Giuseppe e naturalmente i cuddrurieddri».
Anche lo svolgimento della tombola ha seguito alcune regole personalizzate. Ai partecipanti sono state consegnate delle cartelle in bianco: «Ognuno ha potuto riempirle scegliendo i numeri in base al gradimento delle immagini abbinate ai numeri stessi. La finalità di questa iniziativa è soprattutto quella di offrire una rappresentazione di segni e simboli delle nostre radici. Ovviamente è solo uno spaccato di un più vasto universo di elementi che avrebbero potuto trovare a pieno titolo posto nella tombola. Magari proporremo in futuro una seconda edizione». Nel video allegato l’intervista rilasciata da Demetrio Guzzardi al nostro network