Nella sua vita Enzo Tortora è stato tante cose: un grande giornalista, conduttore televisivo di successo, perseguitato dalla giustizia e, infine, anche politico libertario. Per qualche ora, però, è stato anche dell’altro: è stato un picchiatore. «Tortora fa a pugni per Cicciolina». Così titolavano alcuni quotidiani nazionali il 3 giugno del 1987, accusando il papà di “Portobello” di aver aggredito un pensionato.

La scena del crimine? Il corso principale di Cosenza, dove l’allora candidato radicale all’europarlamento era impegnato in un volantinaggio. I fatti, secondo i giornalisti, si erano svolti così: i miltanti radicali erano stati affrontati da un gruppo di contestatori, e uno di loro aveva inveito in modo pesante contro la pornostar, all’epoca candidata e poi eletta alla Camera sempre nelle liste pannelliane, a quel punto Tortora gli si era scagliato contro per difenderla, arrivando alle mani con lui. La notizia era completamente inventata e fu lo stesso giornalista a smentirla in un’intervista a Radio radicale, raccontando con la consueta e tagliente ironia come si erano svolti realmente i fatti. Di seguito i passaggi più significativi.

«Non era un gruppo di contestatori. Era un signore ubriaco, gravemente ubriaco, come ho potuto verificare avvicinando il mio viso al suo e limitandomi semplicemente a togliergli gli occhiali per dire: “Ma lei si rende conto di quello che vede?”. Perché tutto è riducibile a questo: Cosenza, mercato, volantinaggio dei compagni e del sottoscritto, molto interesse e nessuna contestazione. Improvvisamente un panzone, ma devo dire più o meno della mia età, io ho 59 anni, costui ne avrà 56 o 57, molto malvissuti e con un berrettaccio in testa, apostrofa il sottoscritto che gli passava davanti con i seguenti termini: “Ricchione”, “Frocio” e altre amenità del genere alle quali i radicali sono per la verità abituati grazie a un certo tipo d’informazione che li assimila all’archetipo del ricchione e del frocio. E il sottoscritto un po’ perplesso si fermava, si voltava, andava verso questo signore e senza usare il minimo della violenza gli ha alzato gli occhiali, ma ridendo, seccato da questo tipo di volgarità. L’episodio è finito a risate, con i compagni che hanno spiegato a questo imbecille che non è opportuno insultare chicchessia. Che non è bello. E la cosa è terminata lì».

Tortora sarà poi eletto nel Parlamento europeo, così come Cicciolina a Montecitorio. Il giornalista però morirà poco meno di un anno dopo, stroncato da una malattia conseguenza del suo precedente supplizio giudiziario.