Davanti alla grande mappa della pericolosità sismica esposta tra i capannoni di Montalto Uffugo, la Calabria si distingue subito: un’ampia macchia di un colore viola intenso, che dal Pollino scende fino allo Stretto raccontando senza bisogno di parole una verità antica e che spaventa: quella di una terra da sempre in movimento. In quella tinta profonda si concentrano secoli di scosse, di ricostruzioni e di memorie incise nelle immagini e nei racconti di epoche passate. Ma dietro al colore ci sono volti, case, paesi che hanno dovuto imparare a convivere con la fragilità del suolo calabrese.

La mappa è esposta in questi giorni nella mostra “Terremoti d’Italia” aperta dal 20 ottobre e fino al 15 novembre nei locali dell’ex incubatore Invitalia-Fincalabra in località Pianette di Montalto. E proprio qui Dentro la Notizia, programma di approfondimento di LaC Tv condotto da Pier Paolo Cambareri, ha voluto nei giorni scorsi accendere i suoi riflettori (RIVEDI QUI LA PUNTATA).

Un confronto a più voci su rischio sismico e prevenzione. Tra pannelli informativi e fotografie d’epoca, rappresentanti istituzionali ed esperti hanno ricordato che la Calabria è una delle regioni più “ballerine” d’Italia, segnata da eventi anche importanti – basti pensare al terremoto di Reggio del 1908 – che hanno cambiato la sua storia e il suo paesaggio. E la conoscenza è il primo passo per costruire una cultura della sicurezza. Perché i terremoti non si possono prevedere né prevenire, ma i disastri si possono evitare.

Un «palcoscenico nazionale» quello di Montalto, che ha accolto per la prima volta l’evento itinerante promosso dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei ministri. Così il sindaco Biagio Faragalli, che ha sottolineato in diretta il «lavoro enorme» della ProCiv comunale nel portare qui in Calabria l’iniziativa. Un lavoro reso possibile dalla sinergia tra istituzioni e realtà del territorio.

Tra le tante quella con le scuole, che incarna «la vera filosofia di questa mostra – ha dichiarato Giovanni Cosentino, consigliere comunale delegato alla Protezione Civile –: far conoscere il rischio ai bambini, che sono gli adulti del domani».

Da vedere c’è tanto. «Non è una semplice mostra – ha sottolineato Marco Cidda, membro dell’Unione nazionale laureati esperti in Protezione Civile (Lares) –, è un percorso di consapevolezza che noi come guide scientifiche dell’evento facciamo insieme ai cittadini».

Un percorso che si snoda su 500 metri quadrati in diverse tappe. «Si parte dalla conoscenza del fenomeno per poi passare agli strumenti di misurazione e alla memoria storica – ha spiegato Cidda –. La seconda parte è quella dedicata alla prevenzione strutturale, agli effetti dei terremoti sulle strutture. Poi c’è la parte esperienziale con la città sismica e la stanza sismica. Infine quella della campagna “Io non rischio”, dedicata alle buone pratiche. In tutto questo percorso noi dialoghiamo con i cittadini, cerchiamo di coinvolgerli».

Collegato con lo studio il dirigente generale della ProCiv regionale Domenico Costarella. «Stiamo lavorando molto per far crescere la consapevolezza del rischio sismico e la conoscenza dei comportamenti da adottare», ha detto.

Diversi i progetti in corso. «Ne abbiamo uno in fase avanzata finanziato con fondi europei, abbiamo già sottoscritto convenzioni con quasi tutti i comuni della Calabria per l’adeguamento dei piani comunali di Protezione Civile sul piano della diffusione attraverso tecnologie informatiche – ha evidenziato Costarella –. Questo perché ci siamo resi conto che il piano comunale era un documento bellissimo ma in larga parte sconosciuto ai cittadini, quando invece anche solo sapere dove recarsi in caso di terremoto può fare la differenza».

E poi le iniziative nelle scuole. «Siamo partner dell’Ingv per un progetto che va avanti da alcuni anni e si chiama “A scuola di terremoto”. I ricercatori vanno nelle scuole calabresi per spiegare cos’è il terremoto e cosa fare in caso di scosse».

In fase di test con alcuni docenti calabresi anche una piattaforma, “A scuola di Protezione Civile”, su cui i ragazzi vivono esperienze immersive – un videogioco educativo – in cui le scelte che compiono possono fare la differenza.

Non si tratta solo di costruire edifici più sicuri. La prevenzione inizia dall’informazione, dalla formazione dei cittadini e dalla responsabilità condivisa. Conoscere i comportamenti corretti da adottare durante un terremoto, capire quali aree sono più vulnerabili, partecipare attivamente alla sicurezza della propria comunità: sono gesti concreti che possono fare la differenza tra danni contenuti e tragedie evitabili.

Soprattutto in una terra come la Calabria. Il colore viola spicca sulla carta della pericolosità sismica. Mirco Taranto, geologo della Protezione Civile di Montalto, nel corso della diretta ha puntato il dito su quella scala di colori che dai più tenui tende a un più allarmante rosso: «Qui abbiamo superato il rosso, siamo arrivati al viola e quasi al blu perché ci troviamo geologicamente in un contesto particolare che fa sì che un eventuale terremoto abbia una pericolosità maggiore».

Dalla mostra, però, arriva un messaggio chiaro: dobbiamo trasformare la paura in consapevolezza. Perché in Calabria la terra trema, ma non bisogna farsi trovare impreparati. «Dobbiamo costruire bene, seguendo le norme antisismiche – ha avvertito Costarella –. E dobbiamo continuare a conoscere, a pianificare. La Calabria è una delle poche regioni ad avere un Piano regionale di soccorso sismico asserito dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile. In più stiamo lavorando da un punto di vista infrastrutturale, ci siamo rafforzati con l’acquisto di moduli preposti all’assistenza della popolazione nel caso di eventi particolarmente importanti».

Le parole di Costarella in chiusura di puntata hanno il suono di una rassicurazione: «Stiamo lavorando su più fronti. Regione, Comuni, comunità scientifica, mondo della scuola, informazione, tutti insieme per mitigare il rischio quanto più possibile».