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Il Parco acquatico “Santa Chiara”, qualcuno lo chiama il fiore all’occhiello mai sbocciato. Il 19 maggio del 2019 a Rende oltre la rotonda, non si trova neanche un parcheggio libero. È giorno di inaugurazione. Il sindaco è Marcello Manna che, nel 2016, aveva ripreso il progetto avviato anni prima dai socialisti. Fu Sandro Principe infatti che, nel 2006, parlò per primo del sogno di portare “il mare in città” trovando i fondi nel POR 2007/2013. Finanziato per 15 milioni di euro, poi diventati 18, con il programma PISU Cosenza-Rende, antenato dell’attuale Agenda Urbana, il Parco Acquatico dal momento del primo progetto messo su carta, dovrà aspettare, però, ancora 10 anni prima di vedere la luce.
Nel luglio del 2016, la struttura è pronta e lucidata, e la giunta Manna è a un soffio dal pubblicare una gara internazionale per la gestione del Parco. «Sceglieremo il meglio perché questo posto deve essere gestito con precisione, qualità e senza nessun tipo di sbavature» scriveva all’epoca Manna con toni trionfalistici.
Il primo bando, però, non riceve l’accoglienza che si sperava, e va deserto. Nessun imprenditore se la sente di accollarsi i forti costi richiesti per sostenere la gestione, quasi 17 mila euro al mese.
Nel novembre del 2018 l’amministrazione ci riprova, ritoccando i requisiti per rendere più appetibile il bando. Questa volta porte aperte anche agli operatori economici. L’altra modifica riguarda la durata dell’affidamento che passa da 9 a 18 anni, mentre il canone si abbassa a 10 mila euro al mese.
Nel 2019, il bando di gara per la gestione del Parco Acquatico di Rende (chiamato Parco Acquatico 4.0) viene assegnato a una società, la Parco Acquatico Santa Chiara 4.0 (PASC) Srl, l’unica ad aver partecipato alla chiamata, che dovrà versare un esiguo canone mensile di 1.000 euro per gestire e guadagnare su un’area di oltre 40mila metri quadrati. Ma a guadagnare non sono certi i tanti lavoratori che, quasi subito, capiscono che non tira un buon vento da quelle parti. Molti vengono retribuiti in parte, qualcuno non viene retribuito affatto. Nasce il comitato «Pacco acquatico», che con ironia declina un sentimento di sfiducia nei confronti di una struttura che prometteva di proiettare la città in Europa e invece l’aveva ben piantata in un fosso.

Nel giugno del 2020, il sindaco Marcello Manna rescinde il contratto con la PASC 4.0, dopo le proteste dei lavoratori e le minacce rivolte a una giornalista del Tg3 che era andata sul posto per raccogliere informazioni e aveva mostrato l’assenza di dispositivi salvavita, e rimette sul mercato il Parco Santa Chiara.
«Dopo i costanti controlli, le richieste e le sollecitazioni inviate nel corso di quasi un anno, abbiamo avviato la procedura di risoluzione del contratto con la società che gestisce il Parco Acquatico a causa del reiterarsi di fatti, comportamenti e atteggiamenti incompatibili con le finalità della concessione stessa» spiega Manna. Intanto qualcuno vocifera che anche durante il lockdown la struttura apra le sue porte per ospitare serate danzanti.

Nel 2020 con la determina dirigenziale n. 986, la gestione del parco acquatico di Santa Chiara va alla “Eventi De.Do” di Alfredo De Luca in attesa di un nuovo bando previsto per la fine dell’anno, ma la società rinuncia, aprendo la strada alla Marconi Village di Tony Fusinato che ottiene un affidamento temporaneo che durerà, però, a lungo.
Il claim stampato sui volantini, parla della riapertura di un luogo ideale per le famiglie, di servizi mirati per regalare ai bambini e alle mamme un momento di relax grazie alle aree interne: dalla piscina al centro benessere, passando per la zona food. Il 30 agosto del 2020 il Parco è di nuovo attivo e affollato.
Il Covid costringe a convertire la struttura in hub vaccinale, una parentesi che si apre in primavera e si chiude il 21 giugno del 2021. La struttura comincia ad ospitare anche eventi dedicati ai fumetti, ai libri e al cinema. Intanto nel 2024 la giunta Manna cade e al suo posto arriva il tridente commissariale.
Al Comune di Rende vengono attribuiti 227.206,96 euro per la progettazione definitiva ed esecutiva dell’intervento di efficientamento energetico e integrazione spazi di sosta presso il parco acquatico Sportivo Santa Chiara e intanto si avvia una procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione di un soggetto qualificato cui affidare la progettazione esecutiva e la gestione.
L’amministrazione comunale mette a gara (ancora) la gestione del Parco Acquatico di Rende per 20 anni, offrendo un’opportunità da quasi 19,2 milioni di euro in termini di ricavi stimati. Tuttavia, nessuna impresa presenta domanda e l’ennesima gara va deserta.
La gestione resta così salda nelle mani della Marconi Village srl: amministratore unico è la 40enne messicana Maria Candelaria De Rose, convivente di Tony Fusinato il cui nome appare nei fogli della relazione della commissione d’accesso antimafia al Comune di Rende.
Il Parco acquatico ha scritto ieri la pagina più nera della sua storia, con la morte di una bambina di appena otto anni annegata in quello che doveva essere il sogno del mare in città e che è diventato l’incubo di ogni genitore.