La ludopatia, o più correttamente Disturbo da Gioco d'Azzardo (DGA), è una dipendenza comportamentale che trascende il semplice vizio, è una patologia seria e in crescita che distrugge quotidianità, finanze e legami affettivi. Riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), rappresenta oggi un'emergenza che coinvolge oltre un milione e mezzo di italiani. Se ne è parlato nella puntata di “Dentro la Notizia”, il format quotidiano condotto da Pierpaolo Cambareri che per l’occasione ha ospitato in studio Antonio Alizzi e in diretta da Castiglione Cosentino ha raccolto il contributo di Salvatore Monaco, psicologo e responsabile del servizio di trattamento del DGA presso il Centro di Solidarietà Il Delfino, sollecitato dalle domande del giornalista Salvatore Bruno.

“Nel contrasto verso questa difficile e pericolosa devianza serve essere uniti e convergere tutti su un unico obiettivo – il pensiero di Monaco - perché dietro le dipendenze, le droghe e il gioco d'azzardo si insinua la criminalità organizzata e le vite si distruggono."  Queste parole risuonano con particolare gravità in Calabria, in particolar modo nella provincia di Cosenza, dove il Disturbo da Gioco d'Azzardo (DGA) non è solo una piaga sociale, ma un terreno fertile per l'illegalità, come dimostra la recente inchiesta della Procura. Il nesso tra dipendenza e criminalità è stato drammaticamente confermato dall'attività investigativa della Procura di Cosenza, che ha portato a un sequestro imponente da 12 milioni di euro. Alcune macchinette tristemente note sarebbero state manomesse e sarebbe stato arrecato un danno da oltre 12 milioni di euro all'erario.

Il meccanismo scoperto dagli investigatori è complesso e tecnologicamente sofisticato, basato sull'alterazione degli apparecchi da gioco. Raggiunto dal giornalista Francesco La Luna, il Procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla ha spiegato che «si tratta appunto di importi veramente rilevanti, sia con riferimento alle giocate effettuate, sia con riferimento al prelievo unico erariale non versato all'erario. Il meccanismo era un meccanismo di alterazione – spiega il Procuratore -, almeno sulla base degli elementi di indagine acquisiti nel corso delle indagini, era un meccanismo di alterazione del funzionamento degli apparecchi elettronici attraverso la creazione di schede clone che non consentivano la registrazione delle giocate sulla rete nazionale dell'Agenzia dei Monopoli.» 

Queste manomissioni, che avrebbero sottratto all'erario un imponibile stimato in 50 milioni di euro (con un sequestro di imposta di 12 milioni di euro), dimostrano come il gioco d'azzardo, soprattutto quando illegale o alterato, sia un veicolo di arricchimento illecito e un fattore di ulteriore danno per le vittime.

La ludopatia si abbatte con particolare violenza sulle fasce socioeconomiche più deboli, trasformando l'illusione della vincita in rovina finanziaria. I numeri relativi alla Calabria sono impietosi. «La regione più povera d'Europa si impoverisce ancora di più con il gioco d'azzardo – il commento nel servizio di La Luna -, con la Calabria seconda per conti attivi sulla piattaforma di gioco online e terza per valore delle giocate in rete.» Nella sola provincia di Cosenza, il volume di giocate ha raggiunto quasi un miliardo e mezzo di euro, con un aumento del pro capite speso per l'online che supera i 1.000 euro in pochi anni. I dati evidenziano la diffusione capillare del problema anche a livello comunale, con l'area di Cosenza che registra i maggiori incrementi di spesa: Corigliano Rossano a +43 milioni di euro, Cosenza con +25 milioni di euro, San Giovanni in Fiore attestato a +20,5 milioni di euro e Rende a +18,5 milioni di euro.

L'aspetto più critico del DGA è la sua natura di vera e propria dipendenza, spesso sottovalutata o confusa con una "mancanza di volontà". Il dottor Salvatore Monaco, psicologo e responsabile del servizio di trattamento del DGA presso il Centro di Solidarietà Il Delfino a Castiglione Cosentino, sottolinea la gravità della patologia: «Non si può parlare di mancanza di volontà a non giocare, ma è un problema come la dipendenza da altre sostanze, come può essere quella della cocaina o dell'eroina. Infatti, ci sono dei criteri diagnostici che dimostrano che su 10 sintomi 9 sono in comune, quindi tra le dipendenze classiche e il gioco d'azzardo.» Questa patologia crea danni ingenti, «non solo a livello fisico ma anche personale, ma anche familiare, perché ci sono patrimoni che vengono distrutti, dilapidati.» Paradossalmente, le vittime più frequenti sono spesso le famiglie meno abbienti, che cercano nella fuga dal gioco una via d'uscita illusoria dalle difficoltà economiche. I segnali di allarme per i familiari sono i medesimi delle dipendenze da sostanze: nervosismo, irritazione facile, bugie continue e la sparizione di oggetti o denaro da casa. Il trattamento, come quello effettuato a "Il Delfino", prevede un approccio integrato. Viene presa in carico non solo la persona affetta, ma l'intera famiglia (coniuge, genitori) per affrontare un problema che è sistemico. Il percorso è personalizzato, con l'obiettivo primario di portare il soggetto alla consapevolezza della propria condizione. Il meccanismo psicologico del DGA è perverso. Spesso si inizia con piccole vincite che attivano il sistema dopaminergico della gratificazione (un insieme di neuroni che utilizzano la dopamina per trasmettere segnali nervosi), rinforzando l'illusione di poter vincere "facile". Ma, come ricorda l'esperto «I numeri dimostrano che non si vince mai. Alla fine quando si vincono 2.000 euro e si festeggia, sono stati già spesi 40-50.000 euro, questo non penso sia vincere.» La facilità di accesso ai giochi online, anche per i minori, è un fattore aggravante, con siti che offrono "piccoli bonus per iniziare" che si rivelano vere e proprie trappole. La buona notizia è che la ludopatia è una condizione trattabile. Il primo passo, spesso il più difficile, è che l'individuo riconosca la propria dipendenza e accetti di farsi aiutare. Attraverso l'approccio più efficace che è la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) che aiuta il paziente a riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali legati al gioco e a sviluppare strategie per gestire l'impulso. Non di meno importanza è il Supporto Farmacologico che, in alcuni casi, sotto stretto controllo psichiatrico, possono essere utilizzati farmaci (come antidepressivi o stabilizzatori dell'umore) per trattare i disturbi associati (depressione, ansia) o l'impulsività. Per contrastare il fenomeno deviante ed aiutare le vittime, esistono Gruppi di Sostegno, organizzazioni come “Giocatori Anonimi” offrono un sistema di supporto fondamentale basato sulla condivisione delle esperienze e sull'aiuto reciproco. Ma l’aspetto del Contesto Familiare, come spesso fondamentale anche in altre patologie pericolose è cruciale per processo di recupero e nella prevenzione delle ricadute. Riconoscere il problema, cercare aiuto nei centri specializzati (Ser.D. o Dipartimenti Dipendenze) e riattivare la rete sociale sono i pilastri per riprendere il controllo della propria vita, spezzando la catena del gioco compulsivo. La vita non è un gioco ma un bene da difendere.