La Camera Penale di Paola, intitolata all’avvocato Enzo Lo Giudice, ha organizzato una maratona oratoria nel piazzale del Tribunale cittadino per richiamare l’attenzione pubblica sul drammatico fenomeno dei suicidi in carcere. L’iniziativa, di rilevanza nazionale, ha visto i penalisti della città del Patrono di Calabria fare proprie le parole del presidente Mattarella, che ha chiesto «interventi urgenti» per affrontare la serie di decessi dietro le sbarre. Durante la giornata, il triste conteggio ha raggiunto la 39esima vittima dell’anno, cifra che sale a 43 includendo gli operatori penitenziari suicidi.

Gli oratori, esperti nell’arte del parlare in pubblico, hanno analizzato le varie ragioni per cui è necessaria una revisione del rapporto tra le condizioni della reclusione e la tutela dei diritti dei detenuti.

Leggi anche ⬇️

L’avvocato Alessandro Gaeta, vicepresidente della Camera Penale di Paola, ha spiegato: «Sono iscritto all’associazione “Nessuno tocchi Caino”, molto attiva in Italia con visite periodiche nelle carceri per verificare le condizioni di vita dei detenuti. L’avvocato è l’unico baluardo della legalità, la voce dei detenuti sia verso l’esterno sia, spesso, anche verso l’interno». Gaeta ha poi descritto il mondo carcerario come un microcosmo, sottolineando le difficoltà di assistenti sociali e psicologi nel fornire supporto adeguato a causa dell’organico limitato.

Negli ultimi trent’anni, si contano oltre 4.500 vittime, una media di una ogni tre settimane, segno di un malessere profondo che richiede l’attenzione della politica. Nonostante la campagna elettorale, le condizioni di vita nelle carceri non sono una priorità nell’agenda politica. Tuttavia, i sindaci di San Lucido e Fuscaldo (rispettivamente Cosimo De Tommaso e Giacomo Middea) si sono impegnati a mostrare la vicinanza delle comunità a questo problema, che non può rimanere confinato tra le mura delle carceri.

Leggi anche ⬇️

Giuseppe Bruno, presidente della Camera Penale “Enzo Lo Giudice”, ha affermato: «Non è facile, perché molte volte abbiamo difficoltà enormi. È un dramma che chi frequenta i tribunali e le carceri conosce bene». Bruno ha spiegato che la maratona oratoria è stata organizzata per sensibilizzare la cittadinanza e, attraverso di essa, il legislatore e il Ministero della Giustizia, spesso sordi a questo grido di allarme. «Chi è detenuto non è privato di tutti i suoi diritti e non deve essere destinato a morire. Questo è il grande problema che dobbiamo affrontare».

Alla manifestazione era presente anche la consigliera regionale Sabrina Mannarino, che ha commentato: «Il sistema carcerario è il termometro della civiltà di un popolo. Un popolo è civile se il suo sistema carcerario è umano e tende non solo a punire, ma anche a riabilitare. Questo principio, purtroppo, non è ancora pienamente attuato in Italia. È nostro compito sensibilizzare la politica su queste problematiche».