Il presidente Roberto Le Pera: «Gesto istituzionale che apprezziamo, ma dovrebbe essere rivolto ai 270 detenuti stipati in celle senza diritti e agli agenti penitenziari lasciati soli»
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Lo scorso 22 agosto, il Consiglio direttivo della Camera penale di Cosenza “Fausto Gullo” ha effettuato una visita presso la Casa circondariale “Sergio Cosmai” di via Popilia, per documentare le condizioni di vita dei detenuti.
Ad accompagnare i penalisti cosentini, il sindaco di Cosenza Franz Caruso e la consigliera provinciale Tiziana Battafarano, che hanno avuto modo di partecipare alla riunione durante la quale la direttrice del carcere Maria Luisa Mendicino ha risposto alle domande poste dal presidente della Camera penale Roberto Le Pera e degli altri membri del Consiglio direttivo.
Caruso e Battafarano sono stati gli unici rappresentanti istituzionali che hanno accolto l’invito della Camera penale “Fasto Gullo”. Assenti, infatti, tutti i parlamentari eletti in provincia di Cosenza i quali, ad eccezione di Anna Laura Orrico – che ha giustificato la propria impossibilità ad essere presente, per impegni precedentemente assunti – non hanno inteso neppure rispondere alle mail ufficiali inviate dal presidente Roberto Le Pera.
A distanza di due giorni, in considerazione anche della risonanza mediatica che la Camera penale bruzia ha inteso dare ad un’assenza tanto grave quanto ingiustificata, la parlamentare Simona Loizzo ha inviato una mail di poche righe: «Chiedo scusa alla Camera Penale di Cosenza e al presidente Roberto Le Pera se non ho partecipato all'incontro presso la Casa circondariale di Cosenza. Tuttavia, voglio dire al presidente che ho visitato le carceri di Cosenza, Rossano, Castrovillari, Paola e di altre province. Mi sono sempre battuta e mi batto contro il sovraffollamento delle carceri e per il reinserimento sociale dei detenuti. È una battaglia di civiltà che va oltre ogni steccato politico e che sostengo. Così come mi sono battuta al fianco della Camera penale per far si che i grandi processi potessero celebrarsi a Cosenza. La mia stima per l'avvocatura cosentina è totale».
Fin qui, le parole di scuse della deputata leghista cosentina Simona Loizzo. Scuse delle quali il presidente della Camera penale di Cosenza Roberto Le Pera prende atto, precisando però quanto segue: «Leggiamo la odierna pubblicazione delle Sue “scuse”, rivolteci per l’assenza all’accesso al Carcere di Cosenza. Gesto istituzionale importante e che apprezziamo, ancor più, in considerazione dell’assenza di analoga sensibilità da parte di tutti gli altri nostri silenti Rappresentanti.
Che, però, deve essere rivolto ai diritti di quelle 270 anime stipate nella Casa circondariale di Cosenza, in celle che ne dovrebbero contenere 220, in cui sino a sei esseri umani sono ammassati in uno spazio angusto, con servizi igienici in una sorta di anfratto adibito anche a cucina e doccia, le cui condizioni di generale ammaloramento sono la vergogna per uno Stato che dovrebbe definirsi “di diritto”.
Le scuse devono essere rivolte dallo Stato - che Lei rappresenta - a questi detenuti che vivono in celle nelle quali l’aria – occlusa dall’assurdità dell’apposizione di pannelli in plexiglass che oscurano la luce naturale, impediscono la corretta aerazione e rendono infernali le elevate temperature estive - è, così, colma dell’insopportabile odore acre della inumanità.
Le scuse devono essere rivolte alla nostra Costituzione, per la inumanità di questa pena, come da noi personalmente vissuta lo scorso 22 agosto, che ne viola l’articolo 27, sfregiandolo. Le scuse devono essere rivolte alle donne e agli uomini del Personale dell’Amministrazione e della Polizia penitenziaria del Carcere di Cosenza, per averli lasciati soli nel tentativo di rendere costituzionale la pena, affinché non si trasformi in tortura. Ecco, per tutto questo, attendiamo fatti. Con viva cordialità».