
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Quando Cosenza aspettava le Invasioni e c'erano Patti Smith e Lou Reed a corso Mazzini | FOTO
Il 13 e 14 luglio tornerà il Festival delle Invasioni a Cosenza con l’intenzione di rispolverare lo spirito originale. La notizia (il direttore artistico sarà Paolo Visci, ndr) ha regalato una botta di adrenalina a chi, a cavallo tra i due secoli, si lasciò contaminare da un fervore culturale e musicale travolgente. L’uscita del cartellone estivo rappresentava un appuntamento fisso per i ventenni dell’epoca, figli dei reduci sessantottini della città, e soprattutto per i trentenni che alimentavano una tradizione underground e di tendenza punk e post-punk dell’area urbana.
Il post-punk e l’elettronica saranno al centro dell’edizione 2023 che, nei progetti di Palazzo dei Bruzi e di Francesco Graziadio, metteranno un punto alla “deriva” indie dell’ultimo decennio. Il cambio di orizzonti allontanò strada facendo gli ideatori di uno degli appuntamenti diventati presto tra i più importanti del meridione per la sua vocazione multietnica e tesa all’unione di stili musicali. L’idea fu partorita nel 1997, tra tanti, da Franco Dionesalvi e Luca Ardenti. Risultò innovativa e lungimirante.
In un periodo in cui tetre chiusure mentali si affacciavano nuovamente alla ribalta nella narrazione del Paese, si ebbe il coraggio di costruire un festival intorno a concetti di forte impegno sociale. Ospitalità verso lo straniero, tolleranza, aperture multietniche, scambi e contaminazioni culturali, identità locale furono i tratti distintivi del Festival delle Invasioni che diventò immediatamente simbolo di rinascita della città di Cosenza. Così capitava di incrociare star come Patti Smith a passeggio per corso Mazzini o scattare foto nei vicoli del centro storico. Di seguito una carrellata di foto dei momenti più significativi e caratterizzanti di quelle edizioni, per gentile concessione dell’archivio storico dell’Ufficio stampa del Comune di Cosenza. Gli scatti sono stati messi a disposizione da Pino Didonna. (clicca avanti per continuare a leggere)
Prodotto con manici di piccone e bidoni di latta, il ritmo dei Tambours du Bronx invade Cosenza nell’edizione 1998 di Invasioni. Un misto di musica industriale, afrobeat, rock, techno e world music portato sul palco di via Popilia dal gruppo di percussionisti provenienti dalla città francese di Varennes-Vauzelles. (clicca avanti per continuare a leggere)
La cantante napoletana chiude l’edizione 1998 con “La notte del Dio che balla”, maratona musicale che vede alternarsi sul palco allestito in piazza Matteotti, oltre alla stessa De Sio, diversi artisti meridionali: l’etnomusicologo calabrese e virtuoso della chitarra battente Antonello Ricci, i Sud Sound System, i Pantarei, Nidi D’Arac e Madaski degli “Africa Unite”. Il biglietto costava 12mila lire. (clicca avanti per continuare a leggere)
Il regista e musicista nativo di Sarajevo si esibì in concerto alla Villa Vecchia con la band rock “The no smoking orchestra”, autrice tra l’altro delle musiche del film “Gatto nero, gatto bianco”, Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia del 1998. (clicca avanti per continuare a leggere)
Dalla musica alla poesia. Tra i protagonisti dell’edizione 2000 il poeta statunitense Lawrence Ferlinghetti, rappresentante della beat generation: memorabile il suo reading alla Villa Vecchia. Di origini italiane e innamorato della Calabria, tornò più volte da queste parti. È morto a San Francisco all’età 101 anni, nel febbraio 2021. (clicca avanti per continuare a leggere)
Musica, poesia ma anche teatro. Nella stessa edizione 2000 che ospitò Ferlinghetti, a Cosenza arrivò anche il teatro di strada della compagnia francese Jo Bithume, giunta fin qui dalla città di Angers. Un piccolo palco in ferro, un orologio e due ingranaggi fecero da scenografia allo spettacolo che riuscì a catalizzare l’attenzione degli spettatori cosentini. (clicca avanti per continuare a leggere)
Nell’edizione 2001 Invasioni ospitò “La mostra delle atrocità”, evento di un’intera giornata dedicato a James G. Ballard. Partecipò anche il gruppo londinese dei Mutoid Waste Company, una tribù di performer e artisti del riciclo famosi per le loro enormi sculture create utilizzando materiali di recupero. (clicca avanti per continuare a leggere)
Un finale col botto quello dell’edizione 2003. A chiudere il ciclo di eventi culturali e musicali di Invasioni fu infatti l’ex leader e fondatore dei Velvet Underground, Lou Reed. La star di “Walk on the wild side”, “Perfect day” e “Sunday morning” tenne inchiodato davanti al palco di piazza XV Marzo un pubblico senza età che sotto il cielo di Cosenza cantò assieme a lui successi internazionali e – anche loro – senza tempo.
Nome di punta dell’edizione del 2005 del Festival delle Invasioni, Patti Smith (in uno scatto iconico di Vittorio Giordano relativo a quella serata) portò in piazza XV Marzo circa 15mila persone entusiaste. Quel concerto resta una delle pagine di storia più belle della musica live in città. Dedicò “Because the night” all’allora sindaco Eva Catizone con cui effettuò la mattina dopo una passeggiata sull’isola pedonale insieme a Milo Manara. I fotografi dei quotidiani dell’epoca fecero a gara per immortalare il momento.