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I Riformisti tornano sullo stato in cui versa il parco Robinson di Rende «abbandonato a se stesso da nove anni,
sintomatico del modo distorto di utilizzare i fondi strutturali europei, siano essi derivanti dal POR oppure
dal PNRR». «Si tratta scrivono – di fondi strutturali e, quindi, straordinari, che non dovrebbero essere utilizzati per
interventi di natura ordinaria che debbono essere, invece, eseguiti con fondi propri degli enti locali o, al
massimo, con fondi regionali e/o statali. L’intervento annunciato sul Parco Robinson è finanziato con i fondi
dell’Agenda Urbana e, pertanto, con fondi POR, che sono europei e strutturali. Cosa ha pensato di fare, con
un titanico sforzo di fantasia (sic!), l’amministrazione Manna? A quanto è dato sapere, il consueto
efficientamento energetico (triste?), un vero spreco essendo l’attuale impianto tuttora funzionante e
rimanendo, peraltro, il parco chiuso nelle ore notturne; i cosiddetti “percorsi sensoriali”, una vera e propria
incipriata per stimolare la fantasia che suscita l’ignoto; qualche aggiunta di manufatti utili solo per
consumare aree da destinare, invece, a verde, per far vedere che i lavori introducono delle novità. Le uniche
cose utili sono rappresentate dall’annunciato rinnovo dei giochi per bambini, avendo quelli esistenti compiuti
il ventesimo anno (finalmente!) e l’utilizzo del ponte di ferro delle ferrovie dello Stato, riprendendo un’idea
dei riformisti già inserita nel progetto del lotto del viale parco Principe tra l’attuale rotatoria sud ed il
Campagnano. Ma tali rilevanti fondi straordinari non si potevano utilizzare per assegnare al parco una
funzione di grande attrattività, eseguendo un intervento realmente strategico e strutturale, quale, ad esempio,
uno zoo, in grado di far venire nella nostra città tantissimi visitatori a beneficio dell’economia del territorio?
Sono dieci anni che i bambini rendesi, e le loro famiglie, si sentono orfani degli animali che nel “piccolo
mondo antico” hanno popolato il Parco Robinson, allontanati brutalmente da un insensibile commissario. C’è
tanta nostalgia per i cavalli, per i pony, per i pavoni, per i fagiani, per i pappagalli, per i daini, per gli struzzi,
per le caprette, per i pesci rossi e per le trote di cui era ricco il lago grande. Ed a proposito di laghi, nel
progetto è stato previsto il riciclo dell’acqua, tanto più necessario onde evitare che i due laghi rimangano
putridi stagni, così come oggi si presentano agli occhi scandalizzati dei visitatori? A nostro modesto avviso
era questa l’occasione giusta, avendo a disposizione ben 720 mila euro, di fare del Parco Robinson un
piccolo zoo, dal momento che infrastrutture di questo tipo non esistono in Calabria. In conclusione,
certamente i pappagalli non colorano più il nostro parco e con questi amministratori non lo arricchiranno
mai. Ma, in compenso, bisogna riconoscere che della qualità dei pappagalli è ricco l’agire umano».