«Basta agitare titoli accademici per definirsi storici? Sarebbe opportuno, oltre che alla forma, badare alla sostanza. A tal proposito, bisognerebbe seguire attentamente le lezioni del professor Luciano Canfora ed, in particolare, quella dal titolo “la storia falsa”». Così in una nota Federazione Riformista di Rende.

«Ci preme chiarire che il Museo Bilotti-Ruggi d’Aragona, ospitato nel Castello Normanno-Svevo, nasce nel 2012, nell’ultima anno di amministrazione socialista-riformista. Inoltre, la necessità di utilizzare il finanziamento di un milione e mezzo di euro per la ristrutturazione del Castello Normanno-Svevo (assegnato al Comune di Rende dalla Giunta Regionale guidata da Loiero, Assessore alla cultura Sandro Principe), per il recupero antisismico del maniero, è stata rappresentata più volte ai responsabili dei beni culturali in questi anni, a partire dal 2009.

Tant’è che la giunta comunale, guidata da Bernaudo, utilizzò parte del finanziamento per la corretta redazione del progetto di ristrutturazione del Castello; il progetto prevedeva, infatti, la demolizione del tetto con struttura in cemento armato e la sua sostituzione con travi di legno e coppi, peraltro a vista dal salone di rappresentanza. Nei successivi anni, ripetutamente esponenti della nostra Federazione hanno sollecitato, ancora una volta, i responsabili dei beni culturali e gli amministratori di Rende, ad eseguire il progetto della giunta Bernaudo, per rendere il Castello conforme alla normativa antisismica.

Dopo l’infausta decisione del commissario Valiante di rifiutare l’incarico di soggetto attuatore del finanziamento assegnato al Comune, il segretariato regionale dei beni culturali ha cambiato il progetto, nell’assordante silenzio, per ben 9 anni, della giunta Manna. Questa nostra precisazione non ha lo scopo di evidenziare fatti storici incontestabili ma, viceversa, la finalità di segnalare i fatti a chi di dovere perché agisca di conseguenza, affinché i fondi pubblici vengano correttamente utilizzati e, nel caso di specie, per adeguare il Castello alla normativa antisismica più volte richiamata».