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Scenari incomprensibili, geometrie nonsense, costruzioni che non vedranno mai la fine o un fine utile. Rottami nel mare, gradini tra le sterpaglie che dovevano essere e non saranno ma compongono panorami che stuzzicano le menti sensibili alle arie sci-fi. La scala verso il niente di Roseto Capo Spulico è un esempio di nulla che diventa qualcosa, una stairway to nothing che guardata da un’altra prospettiva si fa quasi opera d’arte. In Calabria l’album delle “incompiute di lusso”, comprende anche rugginosi ponti sospesi nel nulla, come l’ex Sir a Lamezia Terme, un pachiderma ferroso che prende il sole sul Tirreno, spesso immortalato come scenario suggestivo di un mondo steampunk.
Un po’ di tempo fa il corrispondente dall’Italia dell’agenzia Reuters, Crispian Balmer, a spasso per le vie della Capitale, aveva immortalato l’inconsapevole installazione post-futuristica delle scale mobili di Villa Borghese inghiottite da edere e ortiche. La vista di quella scena, che Matheson avrebbe trovato perfetta per “Io sono leggenda”, ha ispirato a Balmer un’associazione naturale, quella con le postapocalittiche scale mobili di Roseto Capo Spulico. «Non so se sono state semplicemente scaricate lì o se ci si aspettava di costruirci qualcosa intorno» scrive.

Quando il New York Times celebrò le nostre Stairway to heaven
Le “Stairway to heaven” calabresi portano in nessun luogo. A Roseto il mistero di queste scale, che avrebbero dovuto arricchire un villaggio vacanze diventato il fantasma della collina, puntate verso il cielo, circondate dalla quiete rurale del nulla, ha stuzzicato la fantasia degli artisti di “Alterazioni” che ne hanno spremuto la bellezza decadente per elevarla a forma d’arte perduta.
Così l’archeologia del presente è diventata cimelio del futuro che il New York Times, nel 2017, ha riportato sul suo sito rappresentandola quasi come una forma di landscape art da tutelare. L’incuria che si fa creazione, l’abbandono che l’immaginazione rielabora in bellezza, qui accade anche questo. La Calabria si conferma un mondo capovolto in una galassia personale, lontana anni luce non solo da Marte ma dalla Terra stessa.