Sanremo, diamo i voti. Promossi e bocciati nel primo giro del festival della grande noia
Sanremo, diamo i voti. Promossi e bocciati nel primo giro del festival della grande noia
Sanremo, diamo i voti. Promossi e bocciati nel primo giro del festival della grande noia
Angelina Mango non c’era, ma lo spirito della sua canzone “La noia” aleggiava nel primo atto di un festival di Sanremo azzoppato come la Michielin. Vediamo il pagellone (spoiler più bocciati che promossi).
CARLO CONTI – Fila tutto talmente liscio che se l’audience non premierà gli ascolti di ieri sarà costretto a spingere qualcuno dalle scale. Voto 6.
ANTONELLA CLERICI – Si commuove all’omaggio a Fabrizio Frizzi, tira una stoccata a Ligabue che l’aveva definita “una che odora di sugo”, sfoggia un look un po’ Frozen un po’ Grimilde. Catarifrangente. Voto 6.5
GERRY SCOTTI – Per un attimo su quel “voglio rompere le palle” abbiamo sperato che fosse l’imbucato Mediaset inviato per boicottare la festa Rai, era solo emozionato. Peccato. Voto 6.5
JOVANOTTI – Appena ripreso da una dolorosa riabilitazione dopo una brutta caduta, stava per scivolare al suo ingresso all’Ariston. Informa Conti che può stare tranquillo: ha la benedizione di Amadeus e Fiorello. La faccia “esticavoli” di Conti” regala un bel 6.5 al nostro Jova avvolto nell’incarto del Ferrero Rocher. (clicca su avanti per leggere i voti dei cantanti in gara)
GAIA (Chiamo io, chiami tu) – La solita solfa travestita da hit dell’estate, il latineggiante col titolo petaloso. Bel tentativo, ma no, non ci siamo. Voto 4
GABBANI (Viva la vita) – Voleva essere Lionel Ritchie, è solo Gabbani col testo della parrocchia. Era meglio quando buttava parole a casaccio fingendo fosse filosofia karmica. Voto 4,5.
RKOMI (Il ritmo delle cose) – Gli sono caduti i bottoni della giacca e a noi le braccia. Voto 4,5
NOEMI (Se ti innamori, muori) – Titolo da scongiuri e look da Rita Hayworth da Capodanno in sala ricevimenti. Non è ancora sulla strada giusta. Voto 5,5
IRAMA (Lentamente) – Si presenta sul palco come se avesse appena preso la Bastiglia e festeggiato con due Negroni al bar. Non serve neanche mostrare la canotta. Voto 5
COMA COSE (Cuoricini) – Pronto per il sequel della Sposa Cadavere, il duo presenta l’unico tormentone del festival che profuma di jingle pubblicitario. Già la cantiamo. Voto 6.5
SIMONE CRISTICCHI (Quando sarai piccola) – Gioca facile su un testo che commuove dalle prime battute. Ma la musica non lo aiuta. Voto 6.5
MARCELLA BELLA (Pelle diamante) – Con lo smalto di “Dopo la tempesta” e i capelli di chi ha appena incrociato gli occhi di Fedez, è la risposta 2025 a Paola&Chiara. Tenace. Voto 6
ACHILLE LAURO (Incoscienti giovani) – Un po’ maitre di sala, un po’ prestigiatore senza coniglio, Lauro di magie non ne fa neanche mezza. Com’è apparso, sparisce. Voto 5
GIORGIA (La cura per me) – Brava, elegante, sicura di sé. Prova a convincere di essere ancora la regina dei gorgheggi. Fa il compitino. Voto 6.5
WILLY PEYOTE (Grazie ma no grazie) – Ha l’aria di quello che vuole convincerti a prendere la rotowash con tutti i ricambi, ma la canzone resta nelle orecchie. Voto 6 (clicca su avanti per leggere il voto di Brunori e degli altri cantanti)
ROSE VILLAIN (Fuorilegge) – Abito rosso pompiere per una canzone senza fiammate. Già cult l’apprezzamento urlato dalla sala: “Si na pret“. Buona da ascoltare tra le bancarelle della fiera. Voto 5.5
OLLY (Balorda nostalgia) – Ha il look di chi ha appena aperto la porta ai carabinieri all’alba. Confuso, come la sua canzone. Gli serve un caffè e uno straccio per togliere dai jeans i brillantini della Clerici. Voto 4
ELODIE (Dimenticarsi alle 7) – Avvolta nel Cuki salvalasagna, ammicca, gorgheggia, ma appare spenta. La panterona sedata ci piace poco. Voto 5,5
SHABLO FEAT. GUÈ, JOSHUA E TORMENTO (La mia parola) – Look yo-yo da Bronx, abbiamo temuto che attaccassero col giro di Do e qualche violino. Per fortuna hanno fatto il loro. Voto 6.5
MASSIMO RANIERI (Tra le mani un cuore) – Coriaceo, serissimo, ha in tasca le chiavi della saracinesca dell’Ariston. Signore con i palpiti dell’adolescenza tra il pubblico. Inossidabile. Voto 6
TONY EFFE (Damme ‘na mano) – Una califanata interpretata con addosso l’abito da chaffeur di don Vito Corleone. Fondotinta tecnico per nascondere i tatuaggi. Orecchiabile. Poteva andare peggio. Voto 5.5
SERENA BRANCALE (Anema e core) – Finalmente un’artista che sa come si fa musica. Ci regala qualche minuto di sano ritmo. Ci sa fare, ma non vincerà. Voto 7
BRUNORI (L’albero delle noci) – Arie da Rimmel e la giacca di Modugno, Brunori regala la sua poesia familiare interpretata con delicata intensità. Meritatamente nella prima cinquina. Voto 8
MODÁ (Non ti dimentico) – Sanremo val bene una costola fratturata, Kekko dei Modà stoico e dolorante non manca il treno del festival. Ma la canzone forse non valeva il sacrificio. Voto 6
CLARA (febbre) – Fa il suo ingresso da diva. Bellezza abbagliante, spera che la luce si propaghi anche sul brano interpretato bene, ma sciapo. Voto 6
LUCIO CORSI (Volevo essere un duro) – Fuori contesto, fuori dalle righe, fuori eppure centratissimo. Un alieno sceso in Terra. Uno dei brani migliori di questo festival. Voto 8
FEDEZ (Battito) – Contratto, teso, sembrava si ripetesse: fai il bravo, fai il bravo. Ha fatto il bravo. Il pezzo renderà meglio nella versione radio edit senza lenti da Twilight. Niente di che. Voto 6
BRESH (La tana del granchio) – Ha il giubbotto di pelle, i capelli spettinati, voleva essere un rocker da ballad, ci tira fuori il solito giro armonico su un testo da sbadigli. Già archiviato. Voto 5
SARAH TOSCANO (Amarcord) – Ed ecco un’altra che ci prova a ricalcare la Mango. Trecciona, unghione, vestito optical, si candida al lancio sulle coste tirreniche sotto strob. Voto 5
JOAN THIELE (Eco) – Brano interessante per una cantante che mostra personalità. Gronda Amy Winehouse. Troppo. Voto 6.5
ROCCO HUNT (Mille vote ancora) – Lo scugnizzo sceglie un look da Il Volo e un testo che parla ai quartieri ma senza osare. Non convince fino in fondo. Voto 6
FRANCESCA MICHIELIN (Fango in Paradiso) – Entra zoppicando l’altra infortunata del festival. Interrompe la musica per un problema all’auricolare. Non è la sua serata. Non è il suo festival. Voto 6
THE KOLORS (Tu con chi fai l’amore) – Gli ultimi della maratona festivaliera, si esibiscono che è l’una passata. Forse per la stanchezza hanno sbagliato e cantato un vecchio brano. O no? Voto 6
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