Un padre scrive alla redazione di Cosenza Channel e al primo cittadino chiedendo aiuto per evitare di finire in strada. «Viviamo solo con la carta Adi, abbiamo scelto di fare la spesa per i nostri figli invece di pagare l’affitto»
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Ci sono famiglie che chiedono solo di essere ascoltate. Di non essere lasciate sole nel momento più difficile, quando tutto sembra franare - la casa, il lavoro, la dignità. Questa è la storia di una famiglia di cinque persone, due adulti e tre figli, di cui due ancora bambini. Tutti vivono a Cosenza, ma per loro la vita, da quel maledetto 2020 - l’anno nero della pandemia - è diventata un incubo chiamato sfratto.
«Siamo una famiglia umile - ci scrive il padre - e ci troviamo a essere sfrattati per mancato pagamento nell’anno in cui eravamo chiusi in casa per il Covid». Da allora, la salita non è mai finita. Oggi l’unico sostegno è la Carta Adi, quel piccolo contributo che serve a sopravvivere, non certo a vivere. «Viviamo con l’entrata della sola carta Adi e siamo bloccati a non poter trovare lavoro, perché dobbiamo seguire i corsi obbligatori previsti per ottenere la prestazione», racconta.
Una trappola invisibile e nel frattempo le bollette, l’affitto, i figli che crescono, la scuola, la spesa quotidiana. «Fin quando abbiamo potuto pagare lo abbiamo fatto. Poi, con l’aumento di tutto, non ce l’abbiamo più fatta. Abbiamo preferito fare la spesa per i nostri figli e poterli mandare avanti anche in ambito scolastico come tutti gli altri».
Ora lo sfratto incombe e il futuro, per quella famiglia cosentina, è sempre più incerto. «Chiedo al sindaco Franz Caruso e agli assessori di mettersi una mano sul cuore e di ascoltare la mia situazione molto delicata», scrive ancora, con le parole semplici e dirette di chi non ha più nulla da perdere.
Nessun rancore, nessuna rabbia. Solo un appello che vibra di verità: «Faccio un appello a chi di dovere di poterci dare una mano a fare giustizia per noi e per le tante famiglie ridotte così dallo Stato». Una voce come tante, una storia tra mille. Ma ogni lettera come questa è un piccolo grido di umanità che chiede solo una cosa: non voltarsi dall’altra parte. La redazione di Cosenza Channel ha a disposizione i contatti della famiglia se e quando il Comune deciderà di attivarsi.

