Dal Consiglio dei ministri arriva la svolta: eliminato il tetto massimo per l’ingresso in Italia di colf e badanti destinati all’assistenza dei “grandi anziani”. Procedure più rapide, più tutele per famiglie e lavoratori stranieri
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Sull’immigrazione l’Esecutivo ha approvato un intervento che interessa migliaia di famiglie e lavoratori: l’eliminazione del limite numerico massimo per l’ingresso in Italia di cittadini stranieri destinati all’assistenza dei “grandi anziani” – over 80 e persone con disabilità.
Fine delle quote e del click day
Fino a oggi il decreto flussi fissava ogni anno quote precise per colf e badanti, con assunzioni regolari possibili solo dopo il click day. Con la modifica approvata a settembre questo meccanismo viene superato: l’articolo 5 del decreto introduce l’ingresso “fuori quota” per chi lavora nell’assistenza domestica di anziani e disabili.
In questo modo spariscono tetti come quelli previsti per i prossimi anni (13.600 ingressi nel 2026, 14mila nel 2027 e 14.200 nel 2028), insufficienti rispetto a una domanda che supera ampiamente l’offerta.
Come presentare la domanda
Chi intende lavorare in Italia come colf o badante per over80 o disabili potrà rivolgersi allo Sportello unico per l’immigrazione gestito dalle agenzie per il lavoro per ottenere il nulla osta.
La domanda può essere presentata anche dal datore di lavoro o da un parente fino al terzo grado, purché residente in Italia.
Per i primi 12 mesi i lavoratori resteranno vincolati al settore per cui sono stati assunti; allo scadere dell’anno potranno passare ad altri impieghi e rinnovare il permesso di soggiorno in Questura.
Più tutele per famiglie e lavoratori
L’obiettivo – sottolinea Palazzo Chigi – è garantire “ingressi legali e ordinati”, contrastare il reclutamento e l’impiego illegale di manodopera straniera e semplificare la burocrazia per datori di lavoro e lavoratori.
Inoltre il provvedimento prevede l’estensione del permesso di soggiorno da 6 a 12 mesi per le vittime di sfruttamento sul lavoro, mentre lavoratrici e lavoratori vittime di violenza domestica o titolari di permesso per motivi di protezione sociale potranno richiedere l’Assegno di inclusione.
Una misura che snellisce le procedure, accorcia i tempi e offre più garanzie a chi svolge un servizio essenziale per le famiglie italiane.

