Roseto Capo Spulico, Corigliano Rossano e il Parco archeologico di Sibari attirano sempre più visitatori: nascono nuove opportunità e nuove sfide. Una di queste è la ricerca di un equilibrio tra i flussi dei vacanzieri e la serenità di chi abita quei luoghi per tutto l’anno
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Il mare in Calabria, sponda Ionio cosentino, è unicamente bello. Limpido, trasparente, incontaminato il Mar Ionio offre una varietà di spiagge, dalla sabbia più fine di Villapiana a quella più granulosa di Sibari, dai ciottoli di Trebisacce agli scogli di Roseto Capo Spulico, praticamente la giusta scelta per tutti i gusti che ne fa una meta turistica in ascesa. Una scelta che incarna perfettamente le opportunità e le sfide che il turismo di massa porta con sé. E se il turismo di massa è chiamato a convivere con i residenti, nasce la necessità di un equilibrio dinamico dove la promessa di sviluppo economico si scontra con la necessità di preservare l’autenticità e la qualità della vita locale.
Un rilancio di una zona che per anni è rimasta fuori dai circuiti turistici più battuti riuscendo, però, a conservare un fascino selvaggio e genuino. Palese che la crescente popolarità porta indubbi benefici, in particolar modo con un rilancio economico. Il crescente afflusso di turisti ha dato uno slancio all’economia locale. A Roseto Capo Spulico, ad esempio, l’iconico Castello a picco sul mare attira visitatori che si riversano anche nelle attività ricettive o di ristorazione. A Rossano, il Museo del Codex Purpureus Rossanensis, dichiarato patrimonio Unesco, è un catalizzatore fenomenale per il turismo culturale.
Il turismo e gli investimenti
Il rilancio del Parco Archeologico di Sibari ha dato un senso anche a dei minipercorsi turistici culturali anche con il “Faidate”. Sfruttando l’immaginario, il tutto si riconduce a un imbuto, dove tanto entra ma viene canalizzato in nuove aperture di B&B, agriturismi e ristoranti. Tutte attività che creano opportunità di lavoro incentivando addirittura il ritorno di chi era emigrato. E se da una parte si parla di nuove opportunità, altri residenti hanno riscoperto il valore delle proprie radici investendo nelle valorizzazioni dei prodotti tipici locali come l’olio di oliva o il vino di vigneti autoctoni. Ora, nel privato si nota una rinnovata linfa, è arrivato il momento in cui il “pubblico” ha dovuto rimboccarsi le maniche.
L’interesse turistico ha stimolato investimenti nella manutenzione e realizzazione di progetti di valorizzazione di siti storici e naturale. Le spiagge vengono pulite con maggiore frequenza, i centri storici beneficiano di tanta riqualificazione. Curiosamente anche la segnaletica turistica sta conoscendo un momento di rinnovamento, e non è poco.
Per non parlare delle sagre di paese, feste patronali, lavoratori di antichi mestieri, che ora sono eventi di nicchia, fino a poco tempo fa snobbate per partecipare ad eventi di massa come un concerto di tal dei tali che ha fatto magari solo da corista per un celebre cantante. Ma l’uomo è bravo ad uniformarsi piuttosto che differenziarsi per scelta e gusto.
L’overtourism che toglie serenità ai residenti
Ma al bianco si contrappone il nero, magari passando dal grigio, cancellando l’arcobaleno. Pur godendo degli innegabili vantaggi, l’improvviso e spesso concentrato afflusso turistico durante i mesi estivi mette a dura prova la serenità e le abitudini delle comunità locali. Se un tempo l’affitto breve per fine turistico era economicamente commisurato, oggi si assiste a una vera esplosione. Molte abitazioni storiche, un tempo abitate da famiglie locali, vengono convertite in strutture ricettive alterando il tessuto sociale dei borghi. E, di conseguenza, trovare una casa in affitto a lungo termine diventa un’impresa costosa.
La convivenza tra i residenti e i turisti viene minacciata anche dal sovraccarico di servizi e rumore. Se il numero delle presenze su un territorio può anche quadruplicare, la conseguenza si riflette sui servizi come il ritiro dei rifiuti, la gestione del traffico e la disponibilità di parcheggi. Anche i servizi alla persona soffrono un’utenza ben superiore alla norma. File interminabili in Posta, in farmacia, persino in macelleria, sono i segnali di un sovraffollamento. “Ma se vuoi godere, devi patire” era un vecchio adagio popolare che oggi veste bene la situazione. Capita anche che nella villetta a schiera, o in quella vicina, ci sia una festa, normale in questo periodo. Ma spesso il proprio divertimento crea contrapposizioni ad altri, il rispetto diventa un optional che cancella le buone maniere e favorisce il “cafonismo”.
«Ad agosto è impossibile passeggiare sul lungomare»
Il rumore, specialmente serale e notturno, non si limita a un’occasione casalinga. Quello proveniente da locali (specialmente serale e notturno), disturba ancor di più la quiete dei residenti. Se qualche settimana di turismo crea benessere economico, alcuni residenti lamentano che il flusso sta trasformando le loro località in “villaggi vacanze” a cielo aperto dove la vita quotidiana proprio dei residenti passa in secondo piano. E tra una passeggiata e l’altra, abbiamo raccolto lo sfogo di una proprietaria di un piccolo forno, che chiameremo Maria, la quale ci racconta come d’estate il lavoro triplichi: «È faticoso ma colgo l’opportunità. Vedo facce nuove, sento lingue diverse ma poi ad agosto passeggiare sul nostro lungomare diventa quasi impossibile, per non parlare di trovare un parcheggio vicino casa.» Insomma, felice per il lavoro, molto meno per il proprio tempo libero.
Qualche idea per dribblare i problemi del turismo
Serve determinare misure per far sì che il turismo sia una risorsa e non un problema, almeno per i residenti. Le amministrazioni potrebbero studiare dei piani per la gestione dei flussi, magari incentivando la visita anche in periodi di bassa stagione attraverso eventi culturali, percorsi enogastronomici o un bel percorso naturalistico nel bel paesaggio del Pollino. Potrebbero ridurre significativamente il sovraffollamento estivo e distribuire meglio i benefici economici. Le amministrazioni potrebbero potenziare nel periodo cruciale tutti i servizi pubblici essenziale, dalla rete idrica (acqua h24 e non a turni ridicoli) ai trasporti locali, dalla raccolta dei rifiuti alla sanità, tutte soluzioni che non penalizzerebbe i residenti. E perché no, creare delle campagne di sensibilizzazione rivolte ai turisti sul rispetto delle regole locali, del patrimonio e della quiete pubblica, affiancate a percorsi educativi per i residenti sull’importanza dell’accoglienza, possono favorire una migliore armonia.
La costa ionica cosentina è un microcosmo dove il turismo sta invadendo e spopolando. Ma nasce una sfida, quella di trasformare la “convivenza” con i residenti in una vera e propria “collaborazione” in cui, residenti e turisti, pur con ruoli diversi, contribuiscano insieme a preservare la bellezza e l’anima di questo straordinario lembo di Calabria. Solo così si potrà garantire che queste restino autentiche, accoglienti e vivibile per tutti.