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Certamente non raggiungerà la notorietà che garantiscono sport come il calcio o il tennis, ma il giovanissimo cosentino Samuele Aloe ha raggiunto un traguardo di tutto rispetto. A soli sedici anni, infatti, si è laureato campione del mondo agli ultimi campionati XFC di Muay Thai a contatto pieno che si sono svolti nei giorni scorsi al “Roma Sport Center”.
La disciplina è nota come “l’arte delle otto armi” o “la scienza degli otto arti” perché consente ai due contendenti che si sfidano di utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate, quindi otto parti del corpo utilizzate come punti di contatto rispetto ai due del pugilato, oppure ai quattro della Kickboxing, con un’intensa preparazione atletica e mentale che fa la differenza negli scontri a contatto pieno.
Un risultato di grande prestigio, quindi, ottenuto nella categoria dei 75 chilogrammi che è frutto di un percorso lungo fatto di tanti sacrifici e rinunce. I risultati nel quadrato però si sono visti subito con Aloe che in finale è riuscito a sbarazzarsi del fortissimo atleta britannico Zaliek che ha mandato al tappeto per ko alla seconda ripresa. Enorme soddisfazione non solo per l’atleta ma soprattutto per suo padre Mario che con pazienza in questi anni ha esercitato il doppio ruolo di genitore e allenatore.
Ha avuto un vantaggio ovvero la grande predisposizione di Samuele ai sacrifici. Basti pensare che per anni, sin da bambino, il ragazzo appena finiti i compiti correva in palestra ad allenarsi sei giorni su sette. La palestra è quella appunto del papà “Fight club” di Rende in cui si inculcano non solo le arti marziali ma soprattutto il rispetto per l’avversario e il corretto comportamento che tutti gli atleti debbono avere.