Il consigliere di IDM: «Nonostante l’esistenza di un impianto sportivo comuanle, le società sportive sono costrette a peregrinare tra impianti periferici, orari improbabili e strutture di fortuna, per continuare a far giocare ragazzi, bambini e dilettanti»
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«Lo stadio “Marco Lorenzon”, impianto storico e simbolo del calcio rendese, oggi è affidato in concessione al CUS Unical, il Centro Universitario Sportivo, mentre le squadre di calcio di Rende, quelle che davvero portano il nome della città sui campi di tutta la regione, non hanno un campo su cui allenarsi o disputare le partite». È quanto dichiara il consigliere IDM del Comune di RLeende Federico Belvedere.
«Una situazione che rasenta l’assurdo. Da una parte un impianto pubblico, finanziato anche con fondi comunali e regionali, consegnato a un ente universitario che certo ha il diritto di promuovere lo sport accademico, ma che non rappresenta né il territorio né la sua tradizione calcistica. Dall’altra, società sportive locali costrette a peregrinare tra campi periferici, orari improbabili e strutture di fortuna per continuare a far giocare ragazzi, bambini e dilettanti.
È questa la “politica sportiva” che Rende merita? Un Comune che per anni ha vantato una delle realtà calcistiche più solide e longeve della Calabria – con il Rende Calcio capace di militare persino tra i professionisti – oggi non riesce a garantire uno stadio alla sua squadra. E mentre gli spogliatoi del Lorenzon rimangono chiusi a chi quel campo lo ha fatto vivere, la gestione passa ad un ente esterno, che di fatto snatura la funzione pubblica dell’impianto.
Ma come siamo arrivati a tutto ciò? Il Comune di Rende ha bandito una gara (9 aprile 2025) per l’affidamento in concessione dello stadio Marco Lorenzon per 5 anni. È stato aggiudicato (28 maggio 2025) alla società ASD CUS Cosenza (collegata al CUS Unical e all’Università della Calabria) con un canone annuo pari a 13.500 euro. Come mai questa concessione sia stata data proprio durante le elezioni per il nuovo sindaco di Rende non è dato saperlo, ma andiamo avanti.
La cosa che più infastidisce cittadini e appassionati di calcio rendesi è come il CUS stia agendo all’interno dello stadio comunale (ribadisco COMUNALE). Innanzitutto, ha dipinto le pareti interne dello stadio con i colori societari del CUS (giallo-verde), “oscurando” e trascurando i colori sociali del Rende Calcio (bianco-rosso); poi, ha posto un’insegna all’esterno dello stadio con su scritto CUS – Centro Universitario Sportivo, senza far alcun riferimento allo stadio comunale Marco Lorenzon, ed,infine, ha negato alle squadre di Rende qualsiasi tipo di allenamento o partita all’interno dello stadio, pur disponendo, il CUS, in zona universitaria, di diversi campi di calcio nei quali svolgere la loro attività sportiva.
Ma il fatto più grave è che attualmente il CUS è in concessione provvisoria, non avendo ancora firmato la concessione definitiva. Quindi, attualmente, il CUS Unical sta effettuando attività all’interno dello stadio senza versare neanche un centesimo nelle casse del comune. E non è attività di poco conto. Si allenano all’interno dello stadio: prima squadra, squadra femminile, scuole calcio per bambini di ogni età… e sappiamo quanto queste attività possano essere remunerative!
C’è chi parla di “collaborazione istituzionale”, chi di “sinergie tra Comune e Università”. Ma la realtà è che a Rende il calcio cittadino è rimasto senza casa, mentre il Lorenzon – il suo cuore sportivo – batte per altri colori. In un tempo in cui lo sport, gli impianti pubblici e i beni comuni dovrebbero servire la città, rafforzare la comunità e promuovere il territorio, la vicenda dello stadio Marco Lorenzon rischia di scrivere un capitolo opposto: un bene pubblico affidato a un soggetto esterno, un canone modesto e poco chiarito, squadre cittadine che restano ai margini.
E allora la domanda sorge spontanea: a chi appartiene davvero lo stadio Marco Lorenzon? Ai cittadini di Rende o a un ente che, pur meritorio della promozione sportiva universitaria, sembra aver preso possesso di una struttura che dovrebbe restare al servizio della comunità locale? Le società rendesi, intanto, attendono risposte. E mentre si parla di “valorizzazione degli impianti”, il calcio di Rende rischia di sparire – vittima di scelte poco trasparenti e di una gestione che sa tanto di beffa per chi, per anni, ha dato lustro alla città.
L’attuale Amministrazione comunale di Rende, non avendo concorso affatto in questo quantomeno anomalo ed intempestivo affidamento del blasonato Marco Lorenzon, impiegherà tutte le sue energie per riportare le compagini calcistiche della Sua città ad usufruire del proprio, naturale, campo sportivo!

