Il Vice segretario provinciale del PD, Elio Bozzo, denuncia il fallimento della sanità regionale calabrese e propone il ritorno a una gestione centralizzata del Sistema Sanitario Nazionale, l’avvio immediato del nuovo ospedale di Cosenza e misure straordinarie per personale e strutture
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di Elio Bozzo*
L'istituzione del SSN con legge 833 del 1978 ha consentito di raggiungere risultati di salute che hanno posto l'Italia ai primi posti nelle valutazioni dei sistemi sanitari mondiali rafforzando il concetto di salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività. Ma questo traguardo che potremmo considerare come una delle conquiste sociali più importanti del secolo scorso si sta sgretolando sotto i colpi di una privatizzazione galoppante figlia di una visione politica liberticida.
Facendo salvi i valori ed i principi espressi dalla legge di riforma sanitaria si rende necessario un aggiornamento normativo della legge alla nuova domanda di salute. E qui pongo la prima proposta che forse suona più come una provocazione; cioè alla luce dei risultati fallimentari ottenuti dalla maggior parte delle regioni nella gestione della sanità,perché abbiamo avuto modo di verificare la debolezza del sistema pubblico anche nelle regioni del nord durante la pandemia Covid,se le regioni tutte dicevo non sono in grado di garantire e mantenere lo stato di salute per le proprie popolazioni allora forse é opportuno che il Sistema Salute venga riportato ad una gestione centrale per una serie di considerazioni:
- a) si evitano venti sistemi sanitari che non sono coincidenti tra loro
- b)per la piena attuazione di un sistema perequativo adeguato a garantire i LEA in
- maniera uniforme su tutto il territorio nazionale
- c)perché si realizzi una perequazione strutturale,infatti è di macroscopica
- evidenza che la gran parte dei nostri stabilimenti sanitari sia vetusto ed inadeguato ai nuovi percorsi diagnostici terapeutici
- d)per l'attivazione di una SUA (stazione unica appaltante)a livello nazionale per l'acquisto di beni e servizi,anche in nome e per conto delle singole regioni, onde evitare che una siringa a Trapani costi tre volte in più rispetto a Trento;questo per evitare la malagestione in sanità
- e)per una integrazione del percorso socio-sanitario con quello socio-assistenziale
- con linee guida nazionali uguali per tutti,perché la spesa media dei comuni per i servizi sociali per abitante mostra differenze abissali tra le regioni pensate che si passa dai 28 € della Calabria ai 413 del Trentino ( fonte quotidiano sanità del 12/12/2023).
In particolare poi in Calabria il ricorso ad Agenas come organo di supporto della programmazione regionale evidenzia il fallimento del sistema regionalizzato.Se a questo aggiungiamo advisor vari,duplicazioni direzionali,Azienda Zero di cui bisogna valutare utilità e legittimità,cooperative degne di attività di caporalato utili a garantire clienti alla politica forse ci rendiamo conto meglio della proposta appena fatta e del fallimento del sistema Occhiuto.
Tutto ciò è fortemente contrario alla proposta di Autonomia differenziata che io ho sempre chiamato "secessione " che si realizza anche con l'assenso colpevole del nostro governatore Occhiuto, ma è certo che la legge Calderoli impatta negativamente sul nostro sistema sanitario che insieme alla privatizzazione anche questa ben sostenuta dal nostro governatore e dalla sua coalizione, segneranno una forte regressione della democrazia e della esigibilità dei diritti fondamentali.
Ecco perché a fronte della politica libertaria e liberticida portata avanti dal governo nazionale e regionale è necessario almeno proporre di " espungere" dal corposo pacchetto della Autonomia differenziata il sistema salute con annesso SSN e tutti gli altri capitoli inerenti lo stato sociale.
La seconda proposta riguarda il debito sanitario accumulato, per esso è necessario una rimodulazione del piano di rientro con conseguente ricontrattazione del debito che non impedisca il pieno utilizzo dei fondi per le spese correnti e che costringe la Calabria a restare impantanata tra commissari ed aumento del debito. Ricordiamo che il Piano di Rientro era nato per una proposta di rientro dal debito che non significasse tagli indiscriminati e LEA fortemente negativi .La regione paga ratei di 30 milioni annui per il debito pertanto sarebbe stata necessaria una proposta di ripianamento da parte del governatore Occhiuto che è anche Commissario ad acta per il piano di rientro e Super commissario per la realizzazione degli ospedali (un potere enorme) che evidentemente Occhiuto non è riuscito a redigere.
La programmazione regionale deve attuare una riforma complessiva con una ricostruzione di una efficiente organizzazione gestionale e amministrativa un potenziamento qualitativo di strutture e servizi, un efficientamento tecnologico è soprattutto un forte incremento delle risorse umane. I vincoli assunzionali devono essere legati alla programmazione e non alla produzione perché lo ricordiamo la salute non è un prodotto finito come una macchina ma un diritto garantito dalla Costituzione.
In Calabria la carenza di personale sanitario è a livello esasperato c'è bisogno pertanto di incentivi soprattutto per le aree più usuranti tipo l'area della emergenza urgenza,oppure per i sanitari che sono disposti a lavorare nelle aree interne della regione.
Non posso fare a meno di citare due relazioni fornite,la prima da Enrico Flaccadoro presidente sezione Corte dei Conti che ha affermato che è vero che la spesa sanitaria aumenterà ma lo faranno anche i prezzi ed il PIL e quindi nei fatti la spesa si stabilizza al 6,4%del PIL livello pre crisi.Nel triennio,scrive la Corte si conferma il profilo riduttivo delle risorse dal 6,3% del 2024 al 5,9 del 2027 ; secondo molti economisti al di sotto del 6,2 % non può essere garantita la sostenibilità del SSN. Ma anche la presidente dell'ufficio Parlamentare di Bilancio Lilia Cavallari conferma la perplessità della Corte dei Conti ed aggiunge che nel mentre alcuni provvedimenti mirano ad un aumento delle retribuzioni del personale non sono finanziate nuove assunzioni, cosa peraltro sostenuta anche dal Ministro Schillaci, quindi non si affronta la principale criticità del Servizio Sanitario Nazionale.
Per quanto riguarda la nostra provincia esaminiamo la Rete Ospedaliera.
La prima proposta è quella di istituire un Dipartimento ospedaliero unico facente capo alla Azienda Ospedaliera di Cosenza che riunisca l'Hub e gli spoke territoriali per una serie di ragioni:
a) omologazione dei percorsi diagnostici-terapeutici
b)semplificazione dei trasferimenti da e per i vari stabilimenti
c) una azienda unica che abbia contezza di tutta la dotazione organica sanitaria ed amministrativa e tecnologica è in grado di ottimizzare i risultati e l'assistenza
d) si realizza una economia di scala per il risparmio che se ne induce
nell'acquisto di beni e servizi.
Tutto ciò premesso bisogna evidenziare che gli ospedali detti territoriali non sono dotati di tutte le attività previste per ogni livello di stabilimento,non offrono tutti i servizi e la disponibilità di posti letto è sottodimensionata rispetto ai posti assegnati alle singole strutture, rispetto agli standard della programmazione nazionale e perfino di quella regionale (Dca 198 del 2023 e Dca 78 del 2024).
Pertanto l'obiettivo è portare la dotazione di p l al 3.7 per 1000 abitanti di cui lo 0,7 per la riabilitazione.
Nello specifico della nostra provincia si può pensare ad un nuovo ospedale unico per la fascia tirrenica che sia baricentrico rispetto a tutto quel territorio,che sia di facile accesso, che sia dotato di quanto previsto per un ospedale Spoke di primo livello.
Al pari di quanto si sta realizzando sulla fascia ionica. Questo perché ,al di là di inutili campanilismi che nuocciono alla realizzazione di una efficace risposta sanitaria, è ormai dimostrato che questi ospedali devono essere attrezzati oltre che di posti letto e servizi anche e soprattutto di diverse professionalità mediche ,chirurgiche e dei servizi al fine di creare le condizioni per risposte esaustive e quindi efficaci lasciando all'Hub le risposte di secondo livello. Quanto sopra vale anche per l'ospedale di Castrovillari, stabilimento a servizio di una ampia area con comunità poste nell'entroterra e con pessima rete viaria. Tutto ciò fatte salve le eccellenze presenti nei vari stabilimenti alle quali bisogna porre attenzione e anzi promuovendone l'azione.
Ci sono poi gli Ospedali di Acri e S.Giovanni in Fiore dichiarati ospedali di zona disagiata per i quali la necessità impellente è rappresentata dal garantire risposte adeguate alla emergenza urgenza; pertanto predisporre un servizio di Ps dotato di personale dedicato con supporto di un servizio di anestesia e rianimazione ed una piattaforma per elisoccorso. Vanno previsti posti letto di medicina con annesso servizio di cardiologia,day surgeri chirurgico,laboratorio di analisi e servizio di radiologia con trasferimento di immagini all'ospedale spoke di riferimento servizi utilizzabili anche da una utenza extra ospedaliera.
Anche l'ospedale di Cariati è stato inserito tra gli ospedali di zona disagiata e per esso vale quanto già detto.
Infine a seguito di sentenze della magistratura è stata disposta la riapertura dei PO di Trebisacce e Praia a Mare. Considerata la loro posizione di confine (fonte di migrazione sanitaria di prossimità Basilicata e Puglia)sarebbe opportuno considerarli ospedali di zona disagiata e prevedere per essi quanto già riportato in precedenza.
Infine va ribadita la necessità di un nuovo ospedale a Cosenza perché possa svolgere appieno il ruolo di Hub di secondo livello. Con decreto il governatore Occhiuto ha disposto un nuovo studio di fattibilità progettuale per il nuovo ospedale. Con decreto n 6 del 21 gennaio sempre Occhiuto rende noto che l'area più idonea è quella nei pressi dell'Unical. Al di là del tempo perduto nulla a tutt'oggi si è mosso e sono trascorsi 6 anni a guida del Cdx di cui quattro a guida Occhiuto che non dimentichiamo oltre che governatore è stato anche Commissario alla sanità e Super commissario per la realizzazione degli ospedali un potere enorme ,che non ha prodotto risultati che i calabresi si aspettavano e che lui aveva promesso .Riteniamo improcrastinabile l'avvio dei lavori e rinnoviamo la richiesta di utilizzare la sede già individuata di Vaglio Lise per la quale sono stati assegnati anche i fondi.
Questa scelta non inficia la possibilità di costituire una azienda ospedale-università perché non è una breve distanza che cambia la sostanza,ed affermiamo che al netto dei rilievi giuridico-amministrativi sollevati ed ai quali bisogna porre molta attenzione, non esprimiamo parere contrario alla istituzione dell'azienda ospedale-università.
Rete Territoriale
L'offerta dei servizi territoriali registra un significativo impoverimento delle risorse umane sia sanitarie che di comparto e amministrative oltre che una drastica riduzione dei servizi resa ancora più inefficace dalla disomogenea stratificazione sui territori. Per il rilancio della rete territoriale è stato redatto il DM 77 del Maggio 2022 ed in applicazione ad esso,dopo un anno, la Regione Calabria ha varato a Luglio 2023 il Dca 197.
Questa rete territoriale è stata promossa con investimenti del PNRR.
Premesso che il governo nazionale ha presentato un piano di rimodulazione approvato dalla Commissione europea che prevede una diminuzione del numero di strutture previste nello stesso PNRR c'è da registrare sia a livello nazionale ed ancora più al nostro livello uno scarso utilizzo delle risorse in oggetto.Citiamo dati Agenas che ha riportato al 30/6/2023 per le Case di Comunità su 1430 da realizzare entro giugno 2026 ne sono attive 187 di cui 92 solo in Lombardia e dei 434 Ospedali di Comunità ne sono attivi solo 76 di cui 38 in Veneto e 17 in Lombardia e delle 611 Centrali Operative Territoriali attive solo77 di cui 36 in Lombardia. Di fatto il monitoraggio Agenas conferma il netto ritardo di tutte le regioni meridionali imputabili non solo ad inefficienze locali ma anche al "punto di partenza "della assistenza territoriale nelle regioni del mezzogiorno.
Inoltre ulteriore premessa è che riteniamo che il PNRR non risolverà i problemi della sanità calabrese perché la consideriamo solo una operazione di edilizia sanitaria e che solo alcune regioni con reti sanitarie consolidate possono sfruttare meglio.
Tuttavia sono fondi europei che sono stati assegnati e che bisogna spendere possibilmente bene.
Vi risparmio i numeri del finanziamento a livello nazionale mentre a livello regionale alla Calabria stati assegnati 128.787.991 € per costruire 57 case di comunità ,15 ospedali di comunità 19 centrali operative territoriali che con Dca 116 del 4/6/2024 sono state aumentate a 21 di cui 19 a valere sui fondi PNRR.
A Cosenza parliamo di provincia sono previste 22 CdC,9 OdC,7 COT
La prima osservazione è che ad oggi non è attiva nessuna casa di comunità né alcun ospedale di comunità mentre risultano attive alcune centrali operative territoriali. La seconda osservazione nasce dalla visione circa la dislocazione di queste strutture,ed al netto di campanilismi di sorta, notiamo che alcune aree sono ben coperte ed altre invece non hanno la stessa copertura pur essendo nate queste strutture per assicurare assistenza quanto più capillare possibile (basta vedere la cartina con la dislocazione).
Fatte salve queste osservazioni bisogna evidenziare che per la operatività di queste strutture sia il DM 77 che il Dca 197 prevedono la presenza di infermieri 7/9 per le cdc 9/11 per gli odc ed inoltre oss e personale amministrativo ed infine la presenza dei medici di medicina generale che dovrebbero garantire oltre alla presenza nei propri studi anche la presenza nelle strutture. Allora adesso capite perché ho affermato di ritenere che il PNRR non avrebbe risolto il problema della sanità calabrese perché tutte le figure professionali richieste non ci sono e non se ne assumono per il blocco del turn-over ,e per quanto riguarda i medici c'è una forte contrarietà dei mmg a questa proposta non prevista come obbligo nell'accordo collettivo nazionale checché ne dica il Ministro.
Anche perché sia nel DM 77 che nel DCA 197è riportato testuale "" la CdC garantisce la presenza dei seguenti professionisti nell'ambito di quelli disponibili
a legislazione vigente anche attraverso interventi di riorganizzazione aziendale ""(Dca pag 31).Ora io non mastico bene la lingua italiana ma mi pare di capire che dicano se avete personale potete attivare queste strutture altrimenti… e allora la regione deve incentivare questa area finanziando un numero maggiore di borse nel corso di formazione di medicina generale ed offrendo contratti integrativi oltre quelli dell'accordo collettivo per i medici disposti ad operare nelle aree interne.
Casa come primo luogo di cura
Questo è un capitolo su cui porre attenzione. Partiamo dai dati: come da allegato al Decreto Ministeriale congiunto Sanità e MEF del 23/1/2023(riportato nel Dca 197 alla pagina 46) per la Regione Calabria la percentuale per l'assistenza domiciliare degli over 65 è fissata al 9,48%.
Per raggiungere tale obiettivo si è stabilito nel Dca 197/2023 un target di over 65 da assistere del 6% nel 2023,all'8 % nel 2024 ed infine al 9,48% nel 2025.Le risorse stabilite per questa attività sono pari a 128.698.973 mln per il triennio 23/25 alle quali si aggiungono per come previsto dal DL 34 del 19/5/2020 convertito in legge ecc ecc risorse pari a 63 mln per la ripartizione annuale delle risorse per il personale territoriale (Dca 197/2023 pg 46) A questo punto è utile sapere se e quanto di queste risorse è stato speso,quanto per la sanità pubblica atteso che i servizi di assistenza domiciliare aziendali languono come e più degli altri considerata l'attività da svolgere, per carenza cronica di personale, e quanto per la sanità privata se è vero che le quote per il privato sono state aumentate, se è vero che l'Adi aziendale nelle condizioni vigenti può offrire solo l'assistenza domiciliare di base senza essersi dotata di quanto necessario per offrire l'assistenza domiciliare avanzata di terzo livello che nella nostra Asp è a totale carico della sanità privata che gestisce un budget notevole.
Il rapporto pubblico/privato
È opinione comune oltre che un dato di fatto,che stia avvenendo una strisciante ma incalzante privatizzazione dei servizi sanitari in Calabria come nel resto della nazione che risponde ad una scelta politica di fondo del Cdx calabrese e nazionale. Non si tratta di avere una visione ideologica aprioristica, pur confermando la nostra scelta in favore di una sanità pubblica che va rafforzata in tutti i settori. Tuttavia non c'è dubbio che l'insieme dell'offerta sanitaria debba essere ancorata ad un processo di programmazione che è compito precipuo ed inderogabile della istituzione pubblica. È da qui che bisogna partire con processi decisionali della sanità pubblica che devono essere legati alla qualità dell'offerta. Le stesse attività cliniche non possono vedere il sistema pubblico che fa fronte all'insieme delle domande di salute dalle più semplici alle molto complesse, mentre l'offerta privata spesso ""sceglie"" le prestazioni meno complesse e più remunerative. Tale andamento produce una concorrenza sleale tra le due offerte.
Ad oggi lo stato è il primo cliente della sanità privata, fornendo in gestione diretta il 67% dei servizi richiesti mentre acquista dal privato accreditato il 37% dei servizi una percentuale elevata;non ho dati da fornire e quindi è solo una mia affermazione ma non credo che in Calabria possiamo essere sotto questo livello.
Pertanto la medicina territoriale deve saper integrare domanda ed offerta all'interno del distretto.
Bisogna promuovere l'integrazione tra servizio sanitario e sociale
-potenziando l'attività del consultorio funzionale alla presa in carico di situazioni quali la maternità,la genitorialità, il disagio sociale soprattutto dei giovani che a volte rasenta l'area della giustizia
-interventi cospicui nell'area delle fragilità a partire dalla
a) disabilità fisica con la realizzazione di centri di riabilitazione motoria pubblici
b)disabilità psichica con una dotazione idonea di personale, potenziando i centri di riabilitazione psichiatrica ed incremento dei centri diurni, anche come strumento di supporto alle famiglie.
c)progettualità per la presa in carico delle demenze in ragione del lungo decorso della malattia ed una reale difficoltà di gestione da parte delle famiglie.
Senza dimenticare patologie quali l'autismo oppure la Sindrome di Down,od ancora l'oncoematologia pediatrica soppressa e mai più riattivata.Per avere contezza di questo universo bisogna parlare con le associazioni di volontariato ed io spero che il Commissario-Governatore abbia avuto tempo per farlo in questi anni perché mi pare che non rientrino nelle sue priorità.
Emergenza-urgenza
In questi ultimi tempi nella nostra Azienda sanitaria questo settore ha compiuto qualche passo vanti nell'organizzazione e nella gestione dell'urgenza attraverso un miglioramento della centrale 118; tuttavia il settore è in grandissimo affanno soprattutto per carenza estrema di personale dedicato e professionalizzato e con ambulanze prive di medico.È necessario intervenire per riequilibrare la dotazione di personale alla reale richiesta,non serve acquistare autoambulanze se poi manca il materiale umano necessario,bisogna promuovere forme di incentivazione regionali per queste branche particolarmente necessarie ed usuranti. Per restare in tema diciamo per esempio che nel Distretto di Cosenza-Savuto su 17 postazioni di Continuità assistenziale operano solo 13 titolari su almeno 68 necessari e previsti e nel Distretto Rende-Valle crati su 18 postazioni esistenti operano 12 titolari su 72 .Analoga situazione si verifica nel resto del territorio provinciale. Senza dimenticare le situazioni di estremo disagio dei pronto soccorso degli ospedali spoke sempre per carenza di organico e che continuano ad assicurare assistenza grazie alla disponibilità ed alla abnegazione del personale in attività.Si propone di finanziare borse di studio di specializzazioni nell'area dell'emergenza urgenza con la clausola di salvaguardia di 5 anni di attività post specializzazione in Calabria.
Prevenzione
È sempre poco rilevante nella programmazione socio-sanitaria e registra inadeguati finanziamenti. La prevenzione è la risposta chiave alla sfida del cambiamento per generare sostenibilità del sistema anche in termini di risparmio economico per la sanità. Vanno previsti specifici interventi istituzionali per promuovere stili di vita salutari,sana alimentazione e attività fisica,calendario vaccinale,screening, progetti per adolescenti, donne in gravidanza, terza età ecc ecc.
Questa è la situazione allo stato attuale,come avete ascoltato abbastanza seria e la Calabria è ostaggio di un sistema immobile ed autoreferenziale che dedica poca attenzione al potenziamento della sanità pubblica con gravi ripercussioni sulla erogazione di prestazioni e servizi. Il Governatore Occhiuto non può affermare ad ogni piè sospinto attraverso social e stampa che la sanità è migliorata perché,(sancito dal ministero,stessa parte politica) i Lea in Calabria sono sotto il livello minimo di 60 per due aree (territoriale e prevenzione )e solo in quello ospedaliero è poco sopra. Quindi lo stesso governo amico boccia la sanità calabrese e boccia Occhiuto che ha dimostrato di non saper governare questo delicato settore che coinvolge direttamente la salute e la quotidianità dei cittadini ed ha reso inesigibili diritti fondamentali ed incomprimibili.Ai cittadini l'ardua sentenza.
*Vice segretario provinciale PD