Il centro storico del capoluogo bruzio ha ospitato nei giorni scorsi le solenni celebrazioni del 130mo anniversario della fondazione del Comitato di Cosenza della Società Dante Alighieri, la prestigiosa istituzione costituita a Roma nel 1889 per iniziativa di un gruppo di intellettuali coordinati da Giosuè Carducci e che solo sei anni dopo, nel 1895, avviò le proprie attività anche in riva al Crati con l’obiettivo di promuovere la lingua italiana e diffondere nel mondo i valori della civiltà e della cultura.

La cerimonia organizzata per celebrare la ricorrenza, ospitata nella vecchia villa comunale, con il Patrocinio dell’ente Provincia di Cosenza, è stata coordinata da Maria Cristina Parise Martirano, presidentessa del Comitato di Cosenza della Società Dante Alighieri da 23 anni. Tra gli altri sono intervenuti Salvatore Italia, consigliere centrale e soprintendente ai conti della società Dante Alighieri e Anna Pompei Ruedenberg, presidentessa della Dante Alighieri di Berna.

Nell’ambito della manifestazione si è registrato anche un momento ludico per i più piccoli con l’Accademia dei giochi tradizionali ed una fase musicale con l’esecuzione dell’inno di Mameli da parte della banda Città di Mendicino seguita dal concerto dei maestri Salvatore e Daniele de Paola con la soprano Alessandra Mandarino e le esibizioni a cura degli studenti del Liceo Coreutico Lucrezia della Valle.

All’evento hanno inoltre partecipato i rappresentanti del centro Gian Luigi Pascale di Guardia Piemontese, espressione della cultura valdese. In occasione dei festeggiamenti poi, la Scuderia Brutia ha esposto alcuni celebri modelli storici di automobili. Presto sarà data alle stampe una pubblicazione, a cura della casa editrice Le Pecore Nere, contenente il racconto delle attività svolte in questi lunghi 130 anni.

Di questo e degli altri progetti culturali in itinere ha parlato nei nostri studi la presidente Martirano: «Ancora oggi la città attraversa quella effervescenza culturale che sul finire dell’ottocento determinò l’avvio a Cosenza delle attività della Dante Alighieri – ha detto tra l’altro al nostro network – Penso che l'associazione culturale sia soprattutto un'associazione di servizio perché, per quanto mi riguarda, ritengo che la cultura sia il più grande servizio che si possa fare alla società: è il principale mezzo di elevazione sociale, di riscatto e di ascesa, un mezzo democratico per elevarsi e per migliorare la propria condizione».

Maria Cristina Parise Martirano ha parlato anche del piccolo giallo che accompagna la nomina del primo presidente della società Dante Alighieri di Cosenza: «Ho effettuato alcune ricerche ed ho scoperto che dalla nostra stampa, dalla cronaca di Calabria dell'epoca, pochi giorni dopo la creazione di questo comitato a Cosenza era citato come presidente il provveditore Giannuzzi, invece nelle carte d'archivio della società Dante Alighieri custodite nella sede centrale di Roma, ho trovato il nome di un ispettore scolastico, Antonio Morasco, che poi in altri documenti risulta Marasco, cognome quest’ultimo che ritengo sia quello corretto».

Nell’intervista Maria Cristina Parise Martirano ha parlato anche dei legami con l’Accademia Cosentina, determinati tra l’altro dalla contestuale presidenza assunta nel 1914 da Stanislao De Chiara «che era un dantista e che ricoprì contemporaneamente i ruoli di vertice sia dell’Accademia stessa che della Dante Alighieri. Peraltro – ha chiosato la presidente – proprio De Chiara mise in evidenza il legame tra il sommo poeta e la Calabria sottolineando quanto questa terra fosse presente in Dante, citando luoghi e personaggi della Divina Commedia oltre alle parole dialettali che già il linguista toscano dell'Ottocento Apollo Lumini aveva riscontrato nella prestigiosa opera. 59 parole del dialetto calabrese che poi De Chiara ritiene siano più numerose tanto da aggiungerne altre».