Tredicenne violentata a Vaglio Lise, Mazzei a processo
Dalla chiusura indagini direttamente al processo. Il caso della violenza sessuale su minore contestata a Francesco Mazzei finisce al vaglio del tribunale collegiale di Cosenza. La procura di Cosenza infatti ritiene provate le contestazioni ascritte al 40enne, rinchiuso ora nel carcere di Vibo Valentia, e ha chiesto al gip del tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco
Dalla chiusura indagini direttamente al processo. Il caso della violenza sessuale su minore contestata a Francesco Mazzei finisce al vaglio del tribunale collegiale di Cosenza.
La procura di Cosenza infatti ritiene provate le contestazioni ascritte al 40enne, rinchiuso ora nel carcere di Vibo Valentia, e ha chiesto al gip del tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco il giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare. Il giudice, rilevando che dall’interrogatorio di garanzia è emersa l’evidenza della prova, ha accolto la richiesta della procura, sostenuta dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Chiara Penna, fissando per giorno 4 dicembre 2018 la prima udienza dinanzi ai giudici collegiali.
Mazzei, difeso di fiducia dall’avvocato Pierpaolo Principato, avrebbe violentato, senza alcuna ammissione come erroneamente riportato in precedenza, la 13enne di Cosenza in uno scantinato della stazione ferroviaria di Vaglio Lise alla presenza di un amico della ragazzina.
Al reato di atti sessuali con minore si aggiungono il sequestro di persona e rapina. Un quadro accusatorio delicato e molto forte dal punto di vista indiziario che ha portato la famiglia della ragazzina a prendere anche un altro provvedimento, ovvero a denunciare Ferrovie dell Stato, Trenitalia e Rete Ferroviaria.
LA DIFESA DI MAZZEI. “Rimango rammaricato nel leggere che il mio assistito avrebbe ammesso gli addebiti nei propri confronti, atteso che ciò non è mai avvenuto, essendosi, al contrario, lo stesso professato sin dall’inizio innocente. Diversamente si sarebbe magari scelta altra linea difensiva. Quanto alla denuncia che avrebbe sporto la collega nei confronti di Ferrovie dello Stato ed alla assenza di ogni forma di sorveglianza, dispiace che queste manchino, in quanto probabilmente se vi fossero state avrebbero potuto raccontare una realtà ben diversa da quella rappresentata”.
L’ALTRA DENUNCIA. Nell’atto di querela depositato in procura, la famiglia ritiene «sconcertante che un soggetto come Mazzei», sottoposto alla sorveglianza speciale ma in realtà senza fissa dimora «abbia potuto tranquillamente condurre nostra figlia in un locale fatiscente della stazione ed abusarne, senza che nessuno posto a presidio della zona si accorgesse di alcunché». Ma dalla denuncia si evince che «non vi fosse soggetto alcuno posto a presidio della stazione: nessuna forza di polizia presso la stazione e nessun sorvegliante». Infatti i carabinieri di Cosenza sono stati avvertiti dal fidanzato della ragazza, la quale era riuscita a contattarlo prima di essere presa con la forza e portata nella parte inferiore della stazione.
Non vi erano telecamere di videosorveglianza, nessun intervento di illuminazione e nessun tipo di attività che potesse, e che possa, garantire la sicurezza dei cittadini che devono entrare a Vaglio Lise. Anche perché i parcheggi sarebbero stati trasformati in abitazioni per senza tetto e pregiudicati, come lo è Francesco Mazzei.
Una denuncia che ora sarà vagliata dai magistrati coordinati dal procuratore capo Mario Spagnuolo, ma che pone una riflessione più ampia sul fatto che un luogo come la stazione di Vaglio Lise sia in realtà una zona ad alta tasso di presenza criminale a danno di coloro che devono usufruire per lavoro o impegni personali, spostandosi dalla città di Cosenza verso altre destinazioni. (Antonio Alizzi)