Contraffazione, assolta la titolare di un negozio di Cosenza
Secondo l’accusa una titolare di un negozio di Cosenza aveva messo in vendita merce contraffatta. Ma è stata assolta. La signora X. Z., titolare di un esercizio commerciale situato a Cosenza, era stata imputata per il reato di contraffazione. Secondo la procura avrebbe detenuto in vendita al fine di trarne profitto 692 confezioni di profumo
Secondo l’accusa una titolare di un negozio di Cosenza aveva messo in vendita merce contraffatta. Ma è stata assolta.
La signora X. Z., titolare di un esercizio commerciale situato a Cosenza, era stata imputata per il reato di contraffazione. Secondo la procura avrebbe detenuto in vendita al fine di trarne profitto 692 confezioni di profumo recanti marchi ritenuti alterati.
A seguito di un controllo della Guardia di Finanza tutta la merce – recante scritte quali Hugo Boss, Armani, Fendi, Versace, Chanel, Bulgari (solo per citarne alcuni) – fu sottoposta a sequestro.
Com’è finita l’istruttoria dibattimentale?
All’esito del dibattimento, il Tribunale di Cosenza ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Chiara Penna. La donna è stata assolta perché il fatto non costituisce reato e i giudici hanno disposto il dissequestro della merce.
La difesa, infatti, evidenziando come fosse stato ammesso in controesame dallo stesso ufficiale della guardia di finanza sentito in udienza che sulle confezioni in questione fosse stata apposta la dicitura: “non Originale” ha sostenuto come ciò fosse sufficiente ad escludere il reato contestato.
Quando si configura il reato di contraffazione
Il reato di contraffazione posto a tutela della fede pubblica si configura ogni qual volta la contraffazione risulti in grado di trarre in inganno l’acquirente.
Secondo la difesa, tale requisito non poteva essere dunque soddisfatto vista l’indicazione apposta sulle scatole di alcuni profumi, pur somigliando molto agli originali, per come riferito dagli stessi investigatori.
- Tags
- assoluzione